Introduzione |
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Nella C.da Pistavecchia del comune di Campofelice di Roccella il 6 maggio 1906 iniziava l'avventura di Vincenzo Florio che avrebbe portato la sua Targa ai vertici mondiali dell'automobilismo sportivo |
Questa Epopea era destinata a durare nel tempo e per ben 70 anni ha rappresentato la massima espressione dello sport automobilistico. I più forti piloti del mondo hanno disputato la Targa Florio almeno una volta |
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I costruttori si impegnavano come in nessun'altra gara. Il prestigio di vincerla faceva si che da sola valesse un intero campionato mondiale, e si costruivano delle macchine adatte al nostro circuito |
Le strade erano polverose, le macchine erano ancora acerbe, il confort inesistente. Malgrado ciò quei pionieri scrissero pagine di automobilismo sportivo che avevano dell'eroico |
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L'asfalto sostituì la terra polverosa, migliorarono le prestazioni delle vetture e lo spettacolo ne ebbe grande vantaggio. Arrivo così la validità mondiale e la Targa divenne leggenda |
Le nostre strade in quei giorni erano calpestate dai migliori giornalisti e fotografi sportivi di tutto il mondo che raccontavano la corsa in un gradevole miscuglio di tecnica, valorosità e folklore |
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Campofelice di Roccella era la meta preferita di giornalisti e fotografi come Denis Jenkinson e Geoffrey Goddard che apprezzavano molto il tratto misto all'interno dell'abitato che culminava con il curvone di Piazza Garibaldi |
Purtroppo le cose belle non sono eterne e per via dell'evoluzione tecnica delle vetture, dell'aumento delle prestazioni delle stesse, e dei nuovi regolamenti la corsa più bella del mondo cessò di infiammare gli animi di tutti noi come gara di velocità |