Mario Umberto Baconin Borzacchini

Mario Umberto Baconin Borzacchini aveva antiche radici ternane. Suo nonno Domenico aveva affiancato Garibaldi nelle battaglie del 1867, ternani erano i nonni del padre, Giuseppe e Angela Bianchini e poi i nonni del nonno, Luigi e Agata Barbarossa.
Baconin nasce a Terni nel 1898, è il padre che vuole dargli quel nome in segno di rispetto per l'anarchico rivoluzionario russo Miche Bakunin di cui professa e segue le idee.
Baconin cresce in una famiglia benestante e consegue la licenza elementare, titolo di studio importante per l'epoca. Fin da ragazzo é attratto dall'automobile, segno di progresso e velocità. Vederne qualcuna per Terni, nei primi del Novecento, era cosa rara. Ma lui invece di cercare un impiego a 14 anni si presenta nel garage di via Aminale e chiede ad Amerigo Tomassini, pioniere dell'automobilismo ternano, di essere assunto come apprendista. Baco, come lo chiama il suo datore di lavoro é volenteroso ed ha una sconfinata passione per i motori. Arriva la guerra e l'officina chiude i battenti. Borzacchini lavora alla fabbrica d'Armi e poi viene chiamato per il servizio militare in un reparto motorizzato. Finita la guerra quel patentino militare gli servirà per la patente civile. Torna in via Aminale da quello che poi diventerà il suo direttore sportivo. Intanto é scauffer delle macchine a noleggio ed istruttore di guida. Provando le auto dei clienti si allena, sfreccia in piazza Duomo sotto gli occhi divertiti dei ternani. Durante i suoi dieci anni di carriera ha partecipato a 100 competizioni combattendo contro campioni come Materassi, Nuvolari, Brilli-Peri, Arcangeli, Caracciola. La prima gara é del 1920, si corre la Coppa della Mangara. Può partecipare solo perché il suo capo Tomassini gli mette a disposizione l'Ansaldo sport 4 Cs. E' secondo assoluto e primo nella classe turismo. Gli anni che vanno dal 1920 al 1926 sono pieni di soddisfazioni: primo assoluto alla Spoleto Forca di Cerro. Comincia a pensare di diventare un vero corridore, un professionista. Alcuni ternani aiutano il suo sogno con dei finanziamenti per sostenere le spese che lo portano fuori dalla sua città. Con quei soldi acquista una Salsom San Sebastiano che raggiunge i 150 chilometri l'ora. Nel 1926 arriva primo alla Targa Florio, competizione che si svolge in Sicilia. Il suo nome comincia a comparire sulle cronache dei giornali. La Targa Florio é una delle competizioni più antiche e prestigiose per i piloti anche il solo portarla a termine é patente di bravura. Altre volte Borzacchini ha partecipato a questa gara arrivando secondo dopo Nuvolari. Nel 1928 partecipa ad undici gare e ne vince due: la Coppa dell'Etna e il Criterium di Roma. Arriva l'ingaggio dalla Maserati. Nel 1929, con una Maserati 2000 arriva secondo al Gran Premio di Tripoli, dopo Brilli-Peri e prima di Nuvolari. La stampa lo esalta mettendo in evidenza la mancata vittoria dovuta alla cattiva carburazione. Nel 1929 partecipa alla Mille Miglia.

Sempre in quell'anno conquista il Record mondiale di velocità con 247.933 chilometri l'ora. Agli amici che gli chiedevano se a quella velocità avesse avuto paura rispondeva: "Mentre si corre non si ha tempo di avere paura, bisogna guardare solo la strada". Nel 1930 a Tripoli conquista il primo posto. Nel 1930 é costretto ad abbandonare quel nome rivoluzionario che gli aveva dato il padre e gli viene imposto quello di Mario Umberto in onore alla famiglia Savoia. E proprio Borzacchini é prescelto per fare da pilota all'autodromo di Monza all'auto che trasporta il principe Umberto e sua moglie. Da lì iniziarono le sue frequentazioni altolocate. Intanto migliora le sue prestazioni ed il suo stile. Nel 1930 entra nella scuderia Alfa Romeo, quella di Nuvolari. Arrivano grandi successi a Tripoli, Cremona e Monza.

Dopo tantissime vittorie arriva il Gran premio di Monza del 1933. In tribuna c'è il Re d'Italia. Piove, la pista é pericolosa, i tecnici lo confermano. C'è poi una macchia d'olio sulla pista uscita da una macchina della prima batteria. Il tentativo di eliminarla era fallito. E proprio su quella chiazza slitta l'auto di Baconin Borzacchini che viene scaraventato fuori dell'auto sul prato vicino alla pista. Viene portato all'ospedale di Monza ma muore poco dopo. A Terni per i funerali arrivarono tanti campioni tra cui anche Nuvolari che a Baconin aveva concesso la sua amicizia incondizionata al punto che erano stati chiamati i "fratellini", "gli inseparabili", "la solita coppia"...