Achille Varzi

Achille Varzi è uno dei più grandi piloti di tutti i tempi e il più grande "stilista" della guida nella storia: perfetto, composto, velocissimo, efficace, senza mai errori (nella sua decennale carriera ha avuto solo 2 incidenti causati da errori di guida!). Nasce a Galliate (Novara) l'8 Agosto 1904 e debutta nel mondo delle corse negli anni '20, ancora molto giovane (per l'epoca), seguendo "l'esempio" del fratello Angelo che fin dal 1920 corre con le motociclette. Varzi nasce quindi come motociclista, anche se, fin dagli inizi, il suo obiettivo è quello di diventare un grande pilota automobilistico, come rivelerà lui stesso in un'intervista anni dopo. Le moto sono per lui il mezzo per iniziare, più "a portata di mano" (grazie al fratello) e più economico rispetto alle auto. Impiega poco per dimostrare le sue qualità e coglie la prima vittoria al Circuito del Tigullio nel 1922, su una Garelli 350. Nel '23, a soli 19 anni, ancora minorenne, diventa campione Italiano della categoria 350 vincendo numerose corse: Perugia, Busto Arsizio, Padova, la Parma-Poggio Berceto e il terribile circuito del Lario, battendo tutti i più grandi campioni di quel peiodo. L'8 Settembre esordisce alla guida di una 500, con la Norton, al GP delle Nazioni a Monza, ben figurando anche nella cilindrata maggiore, di cui diverrà specialista. L'anno successivo le vittorie arrivano sia in 350 che in 500 e vince il Nisbet Shield al Tourist Trophy Inglese per la sportività dimostrata: mentre è in corsa un pilota locale gli cade davanti. Achille deve scegliere, in una frazione di secondo, se travolgerlo o finire dritto contro un muro: sceglie la seconda possibilità e fortunatamente se la cava solo con qualche lieve ferita. L'episodio accresce ulteriormente la stima e la popolarità di cui già gode. Inoltre è ormai un pericoloso avversario per la "stella" del motociclismo di quel periodo, Tazio Nuvolari. Una rivalità che diverrà leggendaria: sia in moto che in auto i loro spettacolari duelli faranno epoca. Nel 1925 corre con la Sunbeam ma la stagione è poco fortunata e vince solo al circuito di Novara e ottiene al Tourist Trophy la Visitors Cup, premio per il miglior straniero partecipante. L'anno successivo ritorna subito ai massimi livelli e conquista il titolo di campione Italiano classe 500 duellando spessissimo con la Bianchi 350 di Nuvolari. I due si spartiscono le vittorie e Achille vince a Stradella, Lodi, Belfiore, al circuito dell'Adriatico e a Monza, dopo un bellissimo duello con Arcangeli. Vince ancora la Visitors Cup al TT Inglese. Inoltre esordisce con le auto, guidando una Bugatti. Si deve ritirare per problemi meccanici ma dichiara "...è stato facile e naturale come se avessi guidato da sempre...". Il suo talento naturale per le auto è ancora maggiore che per le due ruote, e Varzi ne è consapevole: è molto ambizioso, pretende sempre il massimo da se stesso e vuole diventare il prima possibile il numero uno. Achille Varzi in sella alla Sunbeam 500 Per il 1927 continua ancora a correre in moto: passa alla Moto Guzzi e ottiene con la 250 monoalbero una bella vittoria al circuito del Savio mentre il resto della stagione, a causa di frequenti problemi meccanici, è poco redditizio. Nel 1928 i destini di Varzi e Nuvolari si affiancano: Achille entra nella squadra Bianchi, su richiesta dello stesso Mantovano (che correva con grande successo con la "freccia celeste" già da alcuni anni). Achille, a parità di moto, si dimostra subito all'altezza di Tazio e i due vincono numerose corse. Inoltre Nuvolari fonda una propria scuderia per correre con le auto e sceglie come socio proprio il Galliatese: i due grandi rivali erano piuttosto amici e si stimavano molto. Il 1928 segna così l'inizio della carriera automobilistica a tempo pieno per i due campioni e presto tutti si renderanno conto che entrambi, anche con le auto, hanno ben pochi avversari.... Entrambi continuano comunque a correre (e vincere) qualche gara in moto, fino al 1930, anche se sono concentrati prevalentemente sulle quattro ruote. La stretta convivenza dura però solo pochi mesi e a metà stagione Varzi lascia la scuderia di "Nivola" acquistando una P2 da Campari e mettendosi in proprio. Varzi e Nuvolari: i due grandi campioni insieme nel '28 Nel 1929 è pilota ufficiale Alfa Romeo: conclude terzo la Mille Miglia ed ottiene numerose vittorie (Roma, Alessandria -dove vince compiendo gli 8 giri (32 km ciascuno) con uno scarto tra il più veloce e il più lento di soli 2 secondi!-, Livorno e GP di Spagna). A Monza, mentre è primo, è costretto a fermarsi ai box per un problema meccanico. La gara sembra compromessa, ha quasi un giro di distacco dal primo, Luigi Arcangeli. Ma Achille non demorde, rientra, spinge al massimo per tornare in testa e, tra l'entusiasmo degli spettatori, stabilisce un giro record a 200 km/h di media: ma il circuito era stato progettato per una velocità massima di 190 km/h di media! Varzi così supera il limite previsto e "collauda" direttamente l'autodromo: Monza da quel giorno, e per molti anni a venire, viene ribattezzato il "varzodromo". Inoltre supera a venti metri dal traguardo Arcangeli e vince! Varzi è già un campione leggendario. Anche il suo modo di vincere, come a Monza, superando l'avversario a pochi metri dal traguardo, diverrà proverbiale. La Mille Miglia del 1930 vede ancora un duello Nuvolari-Varzi: i due esaltano i tifosi e ingaggiano un duello spettacolare per tutta la massacrante gara, vinta alla fine dal Mantovano. Varzi però ottiene subito dopo la rivincita alla Targa Florio battendo Tazio e facendo un "numero" degno del suo grande rivale: pur di vincere percorre gli ultimi chilometri con l'auto in fiamme (!) a causa di una fuoriuscita di benzina. E' evidente la rivalità tra i due assi: tutti e due si ritengono i migliori, entrambi vogliono sempre vincere, a qualsiasi costo. I tifosi sono ormai schierati in due opposte fazioni. Prosegue la stagione con la Maserati e la conclude vincendo il secondo titolo Italiano, dopo quello del 1929. Nel '31 e fino al 1933 corre con la Bugatti, cogliendo buoni risultati ma anche qualche ritiro. Nel '33 entra nella leggenda il suo ennesimo duello con Nuvolari al GP di Monaco: i due si superano più volte e lottano per 99 dei 100 giri previsti, senza un attimo di respiro. Proprio all'ultimo passaggio il motore dell'Alfa di Nuvolari cede e Achille coglie una delle sue vittorie più belle. Al termine della stagione passa alla scuderia Ferrari, sostituendo proprio il Mantovano: durante l'anno vince la Mille Miglia battendo il suo avversario . Le altre vittorie gli frutteranno anche il terzo titolo Italiano. Il matrimonio con Ferrari è ricco di soddisfazioni e di vittorie e Achille resta con la scuderia fino al termine dell'annata. In quel periodo inizia la supremazia assoluta delle vetture tedesche e il Galliatese nel 1935 viene ingaggiato dalla Auto Union, che ricerca un grande campione straniero. Per molti il "tradimento" alla patria è grave: ma a lui interessa solo vincere, indipendentemente dal mezzo. Sembra l'inizio di un binomio imbattibile: uno dei più grandi piloti con una delle auto migliori. Lui non delude e vince all'esordio dimostrando una adattabilità impressionante: l'Auto Union è potentissima e molto difficile da guidare, e il motore posteriore era una novità che imponeva uno stile di guida completamente diverso. Varzi però non ha problemi e riesce a dare subito il 100%, con una naturalezza stupefacente. Achille Varzi sulla Auto Union type C a 16 cilindri, 6000cc La stagione prosegue bene e, nonostante qualche problema tecnico, l'Italiano è sempre protagonista nelle prime posizioni, in lotta con le Mercedes o con le altre Auto Union e, in qualche occasione, con Nuvolari, l'unico che con l'Alfa spesso riesce a tenere testa ai bolidi tedeschi. Al GP di Germania '35 (entrato nella storia per la clamorosa vittoria di Nuvolari), conosce una donna, moglie di un suo compagno di squadra, e i due si innamorano: inizia una relazione che porterà Varzi ad allontanarsi dalle corse. La stagione termina positivamente, con una bella vittoria alla coppa Acerbo (Pescara). Nel 1936 ottiene un secondo posto al GP di Montecarlo e vince (per l'ultima volta con l'Auto Union) a Tripoli, favorito però dalla scuderia che fa rallentare Stuck, lanciato verso la vittoria. Probabilmente in questo periodo il campione, che ormai vive con Ilse che ha lasciato il marito, inizia a fare uso di morfina. Inizia il declino, proprio quando sembrava lanciatissimo con le vetture dei quattro anelli. Poco dopo, al GP di Tunisi, ha il primo incidente della carriera: in una veloce curva esce di strada e l'auto si ribalta più volte. L'incidente è impressionante ma Achille ne esce illeso, anche se scosso: anche lui può sbagliare. La stagione comunque termina con un bilancio abbastanza positivo. Negli anni successivi però cade sempre più nella spirale della droga e le sue comparse al volante sono sempre più rare. Il suo carattere peggiora, si rifiuta spesso di partecipare alle corse, è irreperibile. Fa solo qualche deludente apparizione ma non è più lui e fino al dopoguerra scompare nel nulla. Nel 1946 il miracolo: si disintossica completamente, lascia Ilse e si sposa con un'amica di vecchia data, Norma, e ritorna a correre, con la straordinaria classe di un tempo. A 42 anni il secondo debutto: dopo alcune corse necessarie per riprendere confidenza con la velocità torna alla vittoria al circuito di Torino, con l'Alfa Romeo 158, dopo più di otto anni dall'ultimo trionfo. Compie ancora ottime corse e, sopratutto, incontra nuovamente il rivale di sempre: Nuvolari. I due piloti entusiasmano ancora gli sportivi. Varzi sull'Alfa Romeo tipo 158 al circuito del Bremgarten nel 1947 Nell'inverno '46-'47 parte per il Sud America dove corre 5 gare alla "Temporada". Poi torna in Europa e vince ancora a Bari e arriva secondo a Spa, Berna e Milano. Nel 1948 corre di nuovo alla "Temporada" e conosce un pilota emergente, che vuole venire a gareggiare in Europa: Juan-Manuel Fangio. I due diventano subito amici e Varzi ne diviene maestro e consigliere. Di nuovo in Europa conclude terzo sia a Bari che a Mantova, dove si incontra per l'ultima volta con Tazio Nuvolari. Il 1° Luglio 1948 c'è il GP di Berna, dove corrono anche le due ruote. Prima provano le moto ma avviene una tragedia: muore dopo una caduta Omobono Tenni, leggenda vivente del motociclismo mondiale. La stessa sorte attende dopo qualche ora Varzi: mentre prova sotto una leggera pioggia l'Alfa 158 con compressore a doppio stadio, affronta a velocità moderata una curva in lieve discesa. L'auto perde aderenza, Varzi corregge con lo sterzo, forse troppo energicamente. La macchina, quando sembra sul punto di arrestarsi, si ribalta lentamente su un fianco, in un fosso. Non sembra niente di grave ma il Galliatese è imprigionato sotto la vettura e sbatte violentemente la testa, morendo sul colpo. Durante la gara muore anche lo Svizzero Christian Kautz: il Gran Premio di Berna '48 sarà ricordato come uno dei più tragici della storia delle competizioni. Varzi lascia il ricordo di un pilota leggendario, che ha conquistato quasi 40 vittorie (solo con le auto), a suo agio con qualsiasi mezzo, perfetto stilista, spietato e freddo calcolatore, velocissimo, quasi imbattibile. Antonio Brivio, anche lui pilota negli anni '30, lo ricorda così: ""...alle prove del Gran Premio di Tripoli del 1934 ruppi il motore e il mio compagno René Dreyfus venne a rimorchiarmi lungo la pista. Per arrivare in officina dovevamo attraversare la pista: bisognava procedere sulla destra lentamente sino al bivio per la città e quindi, se non arrivava nessuno sulla pista, attraversare. Ma Dreyfus non fece così: arrivato al bivio attraversò senza guardare. Varzi stava arrivando. Poteva vederci solo all'ultimo istante perchè la sede stradale era come incassata nella terra, come una trincea. Alle mie spalle il meccanico lanciò un urlo tremendo. Varzi passò alla mia sinistra, montando con due ruote sul terrapieno, volando sopra Dreyfus e cadendo al suolo più avanti. Se avesse frenato sarebbe stata la fine per tutti. Varzi scese, ci guardò gridando 'Siete pazzi?'. A ripensarci, ed è successo molte volte, mi pare incredibile quello che fece: una prontezza straordinaria. Anche perchè procedeva a duecento chilometri orari. Gli cambiarono il telaio e il giorno dopo vinse la corsa".....