Museo Biblioteca

Vincenzo Florio

Foto Inaugurazione

Perché nasce il Museo Biblioteca Vincenzo Florio a Campofelice di Roccella?

      Perché Campofelice di Roccella ha dato i natali alla corsa di Vincenzo Florio, infatti dalla sua C.da Pistavecchia nel 1906 iniziava l’avventura della Targa Florio. Dal 1906 al 1908 le tribune ed i box erano posizionati nel territorio di Campofelice di Roccella e non, come erroneamente scritto per un secolo, in località Buonfornello, come evidenziato  dal maestro Gaetano Messina.

      Perché i fotografi ed i giornalisti sportivi di tutto il mondo hanno calpestato le strade di Campofelice di Roccella ed hanno stretto rapporti di amicizia profonda con le popolazioni del luogo. Geoffrey Goddard, Peter Coltrin, Jesse Alexander  e Denis Jenkinson sono solo alcuni di questi professionisti, che tramite i loro scatti ed i loro scritti ci tramandano le gesta eroiche dei piloti e l’entusiasmo della popolazione locale.

     Perché singoli cittadini, uno su tutti lo zio Tommaso Venturella, hanno collaborato attivamente con le squadre Ferrari ed Alfa Romeo, contribuendo alla pianificazione delle trasferte di queste ultime, che in largo anticipo sulla giornata della gara iniziavano le prove per preparare al meglio le vetture.

      Perché un vigile urbano, Ernesto Venturella, era punto di riferimento di piloti, giornalisti e fotografi di lingua inglese, questo dovuto alla perfetta conoscenza della lingua inglese, acquisita durante la sua prigionia in Inghilterra nel corso della II^ Guerra Mondiale.

      Perché epiche sono state le “liti” e le “contrapposizioni” tra ferraristi e porschisti, tra i primi i fratelli Venturella, Ernesto e Tommaso, e fra i secondi il sig. Vasta Sebastiano detto Iano, papà dell’attuale sindaco, ed il Dr. Pasquale Fatta, ex sindaco di Campofelice di Roccella, innamorato e profondo conoscitore del mondo Porsche e vulcano di passione per lo sport come per la politica. Tutto sfociava in scommesse e bevute al bar, quello della “za Catarina”, dello “zu Giuvanninu”, della “signura Pina” e “o chioscu”.

      Perché la squadra corse Abarth teneva il suo quartier generale a Campofelice di Roccella, l’officina base era quella dell’amico Sorbera Giuseppe, che si trovava dove adesso si trova il Caffè Italia, e che dava la possibilità a decine e decine di ragazzini di spiare i certosino lavoro dei meccanici e gioire quando le barchette rosse uscendo dall’officina venivano messe in moto per un giro di prova.

      Perchè alla Locanda Bruscemi alloggiavano piloti, meccanici, giornalisti e fotografi, e si deliziavano con i piatti della "za Lisa" e la cordialità dello "zu Vicè".

      Perché per alcuni anni anche l’Alfa Romeo, capitanata dall’Ing. Carlo Chiti, ha fatto base a Campofelice di Roccella, nei locali di un attuale frantoio in Piazza Caduti sul Lavoro (al tempo Piazza Commercio)

      Perché era una festa, ed iniziava quando scaricavano le transenne di ferro nero e le gialle balle di paglia, che facevano capire che il giorno della corsa si avvicinava.

      Perché Campofelice di Roccella ha visto protagonisti due suoi figli, il compianto Pietro Gargano, l’amico di tutti, ed il sig. Catanese Antonino, che correndo di nascosto delle loro famiglie usavano, rispettivamente, i soprannomi di Petermanly ed Antony World. Oltre ad essere gli unici campofelicesi ad avere disputato la Targa Florio ante 1977, quella di velocità, credo siano gli unici madoniti ad averlo fatto.

      Perché, assieme agli altri paesi madoniti, Campofelice di Roccella è stata protagonista di un secolo di sport e passione.

                                                                                                                        Venturella Antonino

 

      

       Nell'ambito della più vasta operazione di riscoperta delle proprie radici e della propria storia, iniziata con l'acquisizione al patrimonio della collettività della millenaria Torre Roccella, la cittadina di Campofelice di Roccella ritiene doveroso ricordare la figura di Vincenzo Florio, inventore della gara automobilistica più importante, famosa e longeva di sempre, la Targa Florio.

       Quale migliore occasione di farlo nell'anno del cinquantenario della morte, avvenuta ad Eperney, in Francia, il 6 gennaio 1959. Campofelice di Roccella, come gli altri paesi attraversati dalla Targa Florio, deve molto a questo uomo. Questi paesini, tutte le Madonie, sono state alla ribalta delle cronache di un avvenimento sportivo senza eguali, e così sono state conosciute in tutto il mondo.

       Giornalisti e fotografi di fama internazionale hanno descritto le gesta eroiche del piloti della Targa Florio senza mai dimenticare di sottolineare la bellezza dei luoghi e la generosità sportiva e culturale delle genti. Così la Targa Florio è andata oltre il fatto sportivo, è diventata cultura, strumento di conoscenza, e veicolo di fraternizzazione tra coloro che vi si recavano per l'avvenimento sportivo, come piloti, ingegneri, meccanici, giornalisti, fotografi e spettatori venuti da lontano, e la gente del luogo che li ammirava, sosteneva ed aiutava.

       Questi forestieri, abituati a girare il mondo col circo delle competizioni automobilistiche, in nessun altro posto al mondo, se non da noi, trovavano calore e tifo smisurato. Ne rimanevano dapprima straniti, poi affascinati, infine innamorati.

       Intere popolazioni aspettavano un anno intero per gioire e soffrire delle vicende sportive dei propri beniamini. Questi in epoche diverse furono Varzi e Nuvolari, Vaccarella ed Elford. Questi ultimi tutt'ora hanno un legame indissolubile con questa terra, la frequentano quando possono e sono sempre prodighi nel ricordare le gesta di un tempo lontano, che li hanno resi famosi ed amati dagli spettatori.

       Preoccupazione non da poco è l'approssimarsi del tempo in cui non ci saranno più i protagonisti di questa bella storia, e non ci saranno più neanche quelli che da spettatori hanno vissuto quel tempo, ed allora il pericolo reale è quello che si perda la memoria storica di questa epopea sportiva, e se le nuove generazioni non avessero la possibilità di conoscere questa bella storia non ce lo potremmo mai perdonare. In questa ottica nasce il Museo Biblioteca Vincenzo Florio a Campofelice di Roccella, che, assieme alle altre realtà già presenti negli altri paesi madoniti, creerà una barriera invalicabile contro l'oblio e l'indifferenza per la mitica e leggendaria Targa Florio. Un luogo della memoria, cimeli, testimonianze, quadri, riproduzioni in scala, una biblioteca ricca di volumi che raccontano la Targa Florio, quale posto migliore per ricordare o per scoprire questo mondo ricco di storia e fascino, dalla belle epoque di inizio secolo alla beat mania degli anni sessanta, dagli anni oscuri della guerra alle rivoluzioni culturali degli anni settanta.

       Il 20 dicembre u.s. è stato inaugurato il museo, alla presenza del Prof. Ninni Vaccarella, del Sindaco, giornalisti, artisti e tanti appassionati.

       Di notevole pregio ed impatto quanto esposto nella struttura di viale della Provincia n.30, i quadri di Serafino Barbera, campofelicese, pittore autodidatta, che in quattro opere bene sintetizza la Targa Florio e la figura di Florio. Il diorama del maestro Gianni Petta, una riproduzione in scala 1:43 delle tribune del 1970, una opera omnia del modellismo statico, senza eguali, recensito dalle più importanti riviste del settore. Il corredo sportivo di mauro Nesti (casco, tuta, scarpe ecc...) nove volte campione europeo della montagna e diciassette volte campione italiano della montagna, anche lui pilota di Targa Florio, vantando cinque partecipazioni negli anni '70. Il corredo sportivo di Jack Wheeler, gentleman driver inglese, innamorato della Targa Florio, avendola disputata otto volte, dal 1966 al 1973. La tuta ed alcune foto del compianto amico Pietro Gargano, unico campofelicese, assieme ad Antonino Catanese, ad avere disputato la Targa Florio di velocità, nel 1975, e di ciò ringrazio affettuosamente gli eredi per averla concessa al museo. Una collezione di ingrandimenti fotografici notevole, 164, di proprietà del comune ed ovviamente li esposta. Le mie personali collezioni di auto modelli in scala 1:43, di libri, di enciclopedie, riviste, quotidiani, calendari e quant'altro riconduca alla Targa Florio, e tanto altro.

       Mi auguro che venga visitato e frequentato, in special modo dalle nuove generazioni, perchè si ottengano i risultati prefissi, mantenere viva la memoria su questo affascinante pezzo di storia delle Madonie e della Sicilia intera e trasmetterla a futura memoria.

                                                                                                                                             Venurella Antonino

 

Foto della cerimonia di inaugurazione

(si ringraziano gli amici del forum Manuli, Pireira e Manzo per avere fornito queste foto)