Vincenzo Florio

1932 V.Florio e T.Nuvolari

1930 Ignazio e Vincenzo FlorioIn qualunque parte del mondo si parli di Florio subito la mente corre alla "Targa" ed al suo ideatore, don Vincenzo. Un uomo che, poco attento alla gestione del patrimonio familiare, riversò interamente le proprie forze, il proprio ingegno, il proprio denaro nell'organizzazione di appuntamenti sportivi. Figlio di Ignazio senior, fratello di Ignazio Jr (la mente economica finanziaria della famiglia della famiglia che "regnò" a cavallo di due secoli, il diciannovesimo ed il ventesimo) e di Giulia (scomparsa nel febbraio 1989 ed ultima discendente della dinastia), Vincenzo Florio era considerato il piccolo di casa, pertanto a lui tutto era concesso. Il debutto nelle cronache mondane di Vincenzo è datato tra la fine del 1903 e l'inizio dell'anno successivo quando organizzò la tre giorni automobilistica "Palermo - Monreale" alla quale partecipano i migliori piloti, quali Vincenzo lancia e Felice Nazzaro. Sull'onda del successo della prima manifestazione, nel 1905 pose in cantiere diverse iniziative; fu tra i soci fondatori del Circolo Canottieri "Roggero di Lauria", organizzò diverse corse podistiche nel Parco della Favorita e sul circuito di Brescia diede vita alla 1^ Coppa Florio, preludio alla ben nota Targa che si correrà l'anno successivo. L'idea nacque, quindi, a Brescia, ma prese forma a Parigi dove i Florio erano di casa, specie la cognata Franca che si vestiva in quegli atelier e frequentava la stagione dell'Opèra, ma anche la fama di Ignazio Jr. era nota negli ambienti finanziari francesi ed europei. Sulla nascita parigina della Targa esistono due tesi: la prima, vuole che i transalpini aiutarono Vincenzo in tutto e per tutto; la seconda, racconta i1954 Maglioli Florio e Taruffinvece che la gara nacque quasi per scommessa perché gliDonna Franca Florio organizzatori francesi erano convinti che nessuno vi avrebbe aderito, ma quel che più conta, erano convinti che quel giovane non sarebbe mai stato in grado di organizzarla, per cui conveniva assecondarlo e non farselo nemico. I francesi dimostrarono interesse, quindi assicurarono la loro presenza in massa, ma in realtà boicottarono. Man mano, però, che la data di effettuazione della gara si avvicinava cominciarono a trovare scuse, finchè Vincenzo aguzzò l'ingegno e rese pubblica la manfrina con una lettera aperta al direttore parigino de "L'Auto" e al direttore palermitano de "L'Ora", nella quale denunciò lo scorretto comportamento dei francesi, ed in particolare dell'organizzatore Etienne Giraud, il quale voleva un comitato organizzatore di altissimo livello per cui Vincenzo Florio gliene sfoderò uno composto dal conte Camillo Martinoni, Orazio Odolfresi, il conte di Isnello e, ovviamente, lo stesso Giraud. Come dire il meglio dell'automobilismo europeo agli inizi del secolo. Ma perché i francesi boicottarono la Targa? Temevano Palermo per il forte richiamo turistico che esercitava e avevano paura dell'iniziativa di quel giovanotto che avrebbe danneggiato le corse francesi. Ma gli scioperi dei lavoratori1906 V.Florio ed A.Cagno vincitore su Itala 1922 V.Florio su Italafrancesi e dei marittimi genovesi della Navigazione generale Italiana diedero una mano ai transalpini; a Palermo arrivarono solo due bayard-Clement pilotate da Achille Furnier e Le Tellier. Nello stesso anno Vincenzo Florio affidò ad Ernesto basile la costruzione dello stand liberty di tiro a volo a Romagnolo. Quattro giorni dopo la disputa della Targa, don Vincenzo aveva già programmato un'altra iniziativa; il 10 maggio la prima edizione della "Perla del Mediterraneo", gara per canotti-automobili (i nostri motoscafi) attorno alla Sicilia. Dieci equipaggi iscritti, nessuno però alla partenza: lo sciopero dei marittimi genovesi aveva colpito ancora! Nel 1907 è impegnato nella 2^ edizione della "Coppa Florio" a Brescia (la terza la 1908 Vincenzo Florio controlla i tempifarà correre a Bologna), nella seconda edizione della Targa, nella prima vera edizione della "Perla del1907 Vincenzo Florio e felice Nazzro alla partenza mediterraneo" e inaugurò l'autodromo Florio al Parco della Favorita, mentre comunicò alla stampa nazionale e straniera che sfidava Wonwiller in una gara aerea con in palio 1000.000 lire, ovviamente di allora. Per avere un parametro della consistenza della cifra: una villa liberty in Viale della Libertà, con tutti i comfort, costava nel 1907 dalle 60 alle 80 mila lire. Nel 1910 Vincenzo in occasione del cinquantenario della liberazione garibaldini dall0oppressione borbonica organizzò una serie di manifestazioni: dalle gare di tiro a volo al ciclismo, dall'equitazione al motociclismo, dalla nautica al podismo, alle gimkane 1955 S.Moss, Colins e V.Floriodentro il parco della propria villa all'Olivazza. Si cimentò anche in una originale sfida tra una De Dion, un1907 Franca e V.Florio con il principe di Trabia cavallo e un ciclista per dimostrare che le trazioni potevano coesistere, ma ognuna farà strada a sé. Come dire che le vetture avrebbero avuto un futuro luminoso. Lo sportman palermitano ormai è lanciatissimo nell'organizzare manifestazioni. L'amministrazione comunale lo nominò Presidente dell'Associazione per il Bene Economico che già organizza il Corso dei Fiori, la Sagra della Zagara. Ovviamente Vincenzo le rilanciò ed ognuno dei due avvenimenti diventò occasione di richiamo turistico, entrando a far parte delle "Primavere siciliane" in vita sino al 1935. Don Vincenzo, perché rimanga testimonianza delle sue manifestazioni, ma soprattutto della Targa, ogni anno fa stampare "Rapiditas", organo 1953 J.M.Fangio con V.Florioufficiale della1935 - Vincenzo Florio e Tonino Brivio corsa. Libri che oggi valgono una fortuna e che erano editati dall'Automobile Club di Sicilia, del quale era Presidente lo stesso Florio dal 1913. Attorno agli anni '50, un giovane giornalista continentale che, affascinato dai racconti sulla Targa, voleva intervistarlo senza sapere chi egli fosse, Vincenzo Florio rispose: "Ragazzo, apri bene le orecchie: a Palermo ci stanno il Teatro Massimo e Vincenzo Florio. Io sono Vincenzo Florio". La sua Targa aveva travalicato i confini, era conosciuta in tutto il mondo, era la corsa più antica del mondo. Il tracciato che Vincenzo Florio aveva scelto toccava zone marine per salire sino a quota 1.200 metri nelle Madonne con oltre mille curve nel Grande Circuito (Km. 148,823), nel quale1953 Umberto Maglioli con Vincenzo Florio 1921 Vincenzo Floriolo stesso ideatore ne aveva trovato uno medio (Km. 108) ed uno piccolo (Km. 72), da utilizzare alla bisogna. Vincenzo Florio organizza la sua ultima Targa nel 1958. Si spegne il 6 gennaio 1959 ad Epernay, in Francia.