Vic Elford e la targa Florio del '68

Era talmente bravo sulle strade della Targa Florio che, malgrado non fosse italiano,  il pubblico lo ha amato ed apprezzato, forse l’unico “straniero” ad avere rapito il cuore e l’interesse degli ormai competenti ed appassionati madoniti. L’edizione del 1968 per Vic Elford è stata epica  poiché in salita fin dalle prime battute. Per questa edizione della Targa Florio Elford è in coppia con un altro stradista d’eccezione, Umberto Maglioli. Le madonie sono soffocate da uno scirocco più torrido del solito. E’ Elford che inizia le danze e, dopo la partenza, appena passato l’abitato di Cerda, si presenta il primo problema. Si svita un bullone dalla ruota posteriore destra e viene meno la trazione, viene aiutato dagli spettatori e riparte. Al Bivio di Polizzi, l’assistenza volante della Porsche interviene credendo di avere eliminato definitivamente il problema che, purtroppo per Elford, si ripresenta pochi minuti dopo, comportando questa volta  un’uscita di strada che comporta una foratura. Aiutato dal pubblico monta il ruotino e riparte adeguando l’andatura per evitare danni maggiori. Quando arriva ai box, dove risolve definitivamente il problema, Elford ha accumulato uno svantaggio di oltre 10 minuti dalla Porsche di Scarfiotti che in quel momento guida la corsa.  Ripartito dai box effettua un giro a tempo di record che convince il gota del team Porsche a farlo continuare per altri tre giri. Concluso il quinto giro Elford ha ridotto il distacco da 10 a 7 minuti e passa il volante a Maglioli per i 4 giri previsti cui sarebbero seguiti i due finali di Elford. Maglioli nei successi 2 giri porta il distacco a 4 minuti, malgrado fosse più lento di Elford di un minuto al giro. A questo punto  i team manager della Porsche ed Elford, valutando i tempi sul giro che aveva effettuato  quest’ultimo nella prima parte della gara, calcolarono che se Elford avesse effettuato gli ultimi tre giri, anziché i due previsti, e li avesse fatti con un tempo sul giro di 36 minuti, avrebbe concluso la gara vittorioso. Elford, in quel giorno che era destinato a entrare nella storia della Targa Florio e dell’automobilismo mondiale, assicurò che era in grado di tenere quei tempi sul giro. Ebbe ragione, le prestazioni degli ultimi tre giri furono straordinarie e quando arrivò sul traguardo vittorioso, il box Porsche impazzi di gioia. Gli spettatori alle tribune, malgrado tifassero per l’Alfa Romeo, applaudirono Elford., dimostrando grande sportività e competenza. Quel giorno si assistette ad una prova di forza, tenacia e caparbietà che solo un campione vero e generoso come Elford poteva dare. Maglioli così commento la gara:” Ero fuori allenamento e non sono andato molto forte. Quello che è andato forte, invece, è stato Elford. Quando vinsi la mia seconda targa nel 1956, promisi a Vincenzo Florio che avrei fatto di tutto per vincerla una terza volta. Ora ci sono riuscito. Mi dispiace soltanto che lui non sia presente qui con noi. La Targa è meravigliosa ed è la corsa che amo più di tutte.” La Porsche riconobbe questa storica prestazione e la celebrò con un manifesto che, per la prima volta nella sua storia, non raffigurava una propria vettura vittoriosa, bensì il volto raggiante di felicità di un suo pilota, Vic Elford.  Era il 5 maggio 1868.

Adesso è campione in disponibilità verso i propri fans, non perde occasione per concedersi assecondato dalla moglie Anita, anch'essa gentile e disponibile.