La storia delle Targhe

Il vincitore della prima edizione della Targa Florio, quella del 1906, oltre al premio in danaro, ricevette una targa in bronzo in bassorilievo che riportava delicate finiture in oro e smalto, raffigurante una vettura in gara immersa nel classico paesaggio siciliano con gli immancabili fichi d’india ai bordi della strada (foto 1). Questa opera d’arte è esposta nel Museo Targa Florio di Collesano. Che fosse un’opera d’arte non v’è dubbio, basti considerare l’artista cui Vincenzo Florio la commissionò, Renè Lalique. L’amore per l’arte e la raffinatezza Vincenzo Florio non la nascose mai, lui stesso si dilettava nella pittura e l’eleganza della grafica voluta nella rivista Rapiditas ne sono testimonianza. Anche per la seconda edizione della Targa Florio, quella del 1907, Vincenzo Florio si affidò ancora a Renè Lalique, che realizzò una targa con le stesse caratteristiche della prima, ma raffigurante una vettura da corsa in piena velocità affiancata da uno stormo di rondini che ne esaltano la velocità, o, meglio, la rapidità (foto 2). Nel 1908 Vincenzo Florio affidò la realizzazione del classico trofeo destinato al vincitore all’artista Duilio Cambellotti. Il quale realizzò un bassorilievo in bronzo in cui la rappresentazione della velocità era affidata ad una mandria di cavalli in corsa in mezzo ai quali una vettura in corsa impegnava il suo pilota allo spasimo (foto 3). Questa targa fu impiegata come trofeo per il vincitore fino al 1925 e l’anno seguente fu sostituita da una targa la cui realizzazione fu affidata all’artista francese Henri Dropsy, che fermo restando il disegno di base di Cambellotti, la rivisitò (foto 4). Questa fu impiegata fino al dopoguerra. A partire dal 1948 fu ripresa ed utilizzata definitivamente la targa realizzata da Cambellotti nel 1908. Questi trofei venivano dati al conduttore o ai conduttori vincitori della Targa Florio, a differenza dei trofei utilizzati per la Coppa Florio, che erano destinati ai costruttori. Nel 1926 questa regola fu infranta e Vincenzo Florio volle omaggiare con un’apposita targa una casa costruttrice, la Bugatti, che aveva vinto la Targa Florio nel 1925 con Louis Wagner, nel 1926 con Meo Costantini, e che l’avrebbe vinta ancora nel 1927 con Emilio Materassi e nel 1928 e 1929 con Albert Divo. Questa targa riporta i nomi dei primi tre classificati alla targa Florio del 1926, Costantini, Minoia e Goux, e si trova esposta nel Museo Targa Florio di Campofelice di Roccella (foto 5).