Ferrari - Modello "AUTO AVIO 815" del 1940


Motore: 8 cilindri in linea, anteriore longitudinale, 63x60 mm, 1496 cm3, monoblocco in alluminio, 2 testate derivate dalla Fiat 508C, compressione 7:1
Distribuzione: monoalbero, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber
Potenza:75 cv a 5500 giri/min
Corpo vettura: telaio a longheroni e traverse
Sospensioni: ant. indipendente, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce
Freni: a tamburo
Peso: 650 kg
Prestazioni: velocità massima circa 180 km/h

Allestita in due esemplari, la prima vettura del “dopo Alfa” di Enzo Ferrari si chiama Auto Avio Costruzioni. La 815 (8 cilindri, 1500 cm3) è un escamotage: nelle pubblicità compare il Cavallino rampante e il nome stesso, 815, ricorda quello della vittoriosa Alfa 158. Disegnata da Alberto Massimino, debutta alla Mille Miglia del ’40 nelle mani del giovane Alberto Ascari e del marchese Lotario Rangoni. Corre per qualche mese soltanto, senza grandi risultati.
 
Ferrari - Modello "125 S" del 1947


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 55x52,6 mm, 1496 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,5-9,5:1
Distribuzione: monoalbero, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber
Potenza:100-118 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: telaio in tubi di acciaio
Sospensioni: ruote indipendenti ant., ponte rigido post.
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce
Freni: a tamburo
Peso: 750-700 kg
Prestazioni: velocità massima circa 170 km/h

È la prima Ferrari con il Cavallino sul cofano. Disegnata da Gioachino Colombo con Giuseppe Busso e Luigi Bazzi, la 125 S monta il primo 12 cilindri della Casa di Maranello. Come la 815, è un’auto da corsa a tutti gli effetti: si chiama S ma è una Spider Competizione. Debutta in gara l’11 maggio del ’47 a Piacenza con Franco Cortese, senza successo. Ma al Gran Premio Roma, Cortese e la 125 vincono, cosa che fa anche Tazio Nuvolari al Circuito di Forlì.
 
Ferrari - Modello "159 S" del 1947


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 59x58 mm, 1902 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: monoalbero, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber
Potenza: 125 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: telaio in tubi di acciaio
Sospensioni: ruote indipendenti ant., ponte rigido post.
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce
Freni: a tamburo
Peso: 750 kg
Prestazioni: velocità massima circa 180 km/h

Strettamente derivato dalla 125, il V12 della 159 ha una cilindrata maggiorata e di conseguenza una maggiore potenza, circa 125 cavalli a 7000 giri. Una potenza che è sufficiente a Franco Cortese per bissare il successo ottenuto con la 125 e vincere il Circuito di Pescara, sempre nel 1947. Al Gran Premio Città di Torino, Raymond Sommer trionfa alla media di 108,8 chilometri orari. Per la Ferrari è il primo successo in campo internazionale.
 
Ferrari - Modello "125 F1" del 1948


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 55x52,5 mm, 1496,8 cm3, compressione 6.5:1, monoblocco in lega leggera
Distribuzione: monoalbero in testa (bialbero nel '49)
Alimentazione: 1 carburatore; compressore volumetrico
Potenza: 230 cv a 7000 giri/min (260-289 nel '49)
Corpo vettura: telaio tubolare in acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. semiassi oscillanti (De Dion nel '50)
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce (4 nel '49)
Peso: 700 kg
Prestazioni: velocità massima circa 260 km/h

È la prima Ferrari monoposto. Inizialmente denominata Grand Prix, e solo successivamente chiamata F1, la 125 da competizione appare al GP d'Italia del '48, il primo del dopoguerra. Il motore, sovralimentato con un compressore volumetrico, è un V12 a 65° di 1500 cm3. Al debutto sul circuito nel Parco del Valentino, a Torino, la 125 F1 parte in prima fila e si aggiudica il terzo posto con Raymond Sommer. Nelle mani di Nino Farina vince poi al Circuito del Garda.
 
Ferrari - Modello "166 F2" del 1948


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 60x58,8 mm, 1995 cm3, compressione 11:1, monoblocco in lega leggera
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 32 mm
Potenza: 155 cv a 7000 giri/min (160 nel '50)
Corpo vettura: telaio tubolare in acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido (De Dion nel '50)
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce (4 nel '50)
Peso: 550 kg
Prestazioni: velocità massima circa 235 km/h

Vince al debutto, con Raymond Sommer, al GP di Firenze del 26 settembre '48. È la prima Ferrari progettata appositamente per i regolamenti della Formula 2. Della 125 F1 è stretta parente, perché ne deriva il telaio. Il motore due litri è derivato dalla 159. La potenza, all'inizio di 155 cv, nel '50 diventerà di 160 cv. Il ponte rigido posteriore a balestre nel '50 viene sostituito con un più moderno ed efficace ponte De Dion. La 166 F2 corre fino al 1951.
Ferrari - Modello "166 INTER" del 1948


Motore: 12 cilindri a V di 60°, ant. longitudinale, 60x58,8 mm, 1995 cm3, compressione 7,5:1 (7:1 nel '51)
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole
Alimentazione: 1 carburatore Weber 32 mm
Potenza: 110 cv a 6000 giri/min (105 nel '51)
Corpo vettura: biposto, telaio in tubi d'acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce
Freni: a tamburo
Peso: 800 kg (900 kg nel '51)
Prestazioni: velocità massima 170 km/h (180 nel '51)

È la versione stradale delle 166 S e MM da competizione. La 166 Inter nasce per il turismo veloce, il granturismo, e per questo viene equipaggiata con un motore dalla potenza leggermente ridotta. È la prima GT della Ferrari. Ne vengono realizzati pochi esemplari, tutti con la carrozzeria firmata dai più bei nomi del tempo: Bertone, Ghia, Farina, Touring, Vignale. È disponibile in versione coupé e cabriolet, sempre decisamente elegante.
 
Ferrari - Modello "166 MM" del 1948


Motore: 12 cilindri a V di 60°, ant. longitudinale, 60x58,8 mm, 1995 cm3, compressione 10:1 (9,5:1 nel '53)
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole
Alimentazione: 3 carburatori Weber 32 mm
Potenza: 140 cv a 6600 giri/min (160 nel '53)
Corpo vettura: biposto, telaio in tubi d'acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce (a 4 nel '53)
Freni: a tamburo
Peso: 650 kg (800 kg nel '53)
Prestazioni: velocità massima circa 220 km/h

È nata per vincere e tra le Sport ha vinto tutto. La Targa Florio, la Mille Miglia, la 24 Ore di Le Mans, la 24 Ore di Francorchamps, tutte nel ’49. Viene presentata alla fine del ’48, al Salone di Torino: la carrozzeria è della Touring e ne verranno prodotti circa 20 esemplari. La 166 MM (così battezzata per festeggiare la vittoria nella Mille Miglia) nel ’53 viene ritoccata nella meccanica e una nuova serie di 20 vetture esce dalle officine di Vignale.
Ferrari - Modello "166 S" del 1948


Motore: 12 cilindri a V di 60°, ant. longitudinale, 60x58,8 mm, 1995,02 cm3, compressione 7,5:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 1 carburatore Weber 32 mm
Potenza: 116 cv a 6000 giri/min
Corpo vettura: biposto, telaio in tubi d'acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce
Freni: a tamburo
Peso: 500 kg
Prestazioni: velocità massima circa 160 km/h

Dalla 166 SC Spider Corsa viene derivata una versione Sport, la 166 S. Ne sono allestiti due esemplari: una spider dalla linea essenziale (numero di telaio 001/S) e una coupé con carrozzeria Allemano (numero di telaio 003/S). La spider vince la Targa Florio '48 con Clemente Biondetti e il principe Troubetzkoj. Il coupé conquista con l’equipaggio Biondetti - Biasion la Mille Miglia. Rispetto alle 166 SC da 130 cavalli, le S hanno una quindicina di cavalli in meno.
 
Ferrari - Modello "166 SC" del 1948


Motore:12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 60x58,8 mm, 1995 cm3, compressione 11.5:1, monoblocco in lega leggera
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 32 mm
Potenza: 130 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare in acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce
Freni: a tamburo
Peso: 500 kg
Prestazioni: velocità massima circa 225 km/h

Dalla 166 F2 viene derivata una spider biposto con fari e parafanghi di tipo motociclistico che, in occasione delle gare di Formula 2, si rimuovono. È battezzata SC, Spider Corsa, e tiene agevolmente testa alle Simca-Gordini e alla Cisitalia di F2, rispetto alle quali ha un peso maggiore ma una cilindrata più elevata. Il motore è strettamente imparentato con quello della 166 F2 ma depotenziato di una ventina di cavalli. La guida anche Tazio Nuvolari.
 
Ferrari - Modello "195 S" del 1950


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 65x58,8 mm, 2341,02 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 1 carburatore Weber 36 mm
Potenza: 170 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d'acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. a ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 720-780 kg
Prestazioni: velocità massima 200 km/h

Corre solo per un anno. Ma è come una meteora: alla Mille Miglia conquista il primo e il secondo posto con Marzotto-Crosara e Serafini-Solari; vince la Coppa d'Oro delle Dolomiti con Giannino Marzotto; il Campionato della Montagna con Giovanni Bracco; sfiora la vittoria alla Targa Florio/Giro di Sicilia con Alberto Ascari. La 195 S è un collage tra il motore modificato della 166 e il telaio della 166 MM.
 
Ferrari - Modello "275 F1" del 1950


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 72x68 mm, 3322,3 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 10:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole
Alimentazione: tre carburatori doppio corpo
Potenza:300 cv a 7300 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare a sezione rettangolare
Sospensioni: ant. indipendente, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore; cambio a 4 marce
Freni: a tamburo
Sterzo: a vite senza fine
Peso: 850 kg

La 275 F1 è la prima Ferrari a partecipare al neonato Campionato del Mondo di F1. Corre a partire dal GP del Belgio 1950. Il motore non è più sovralimentato come quello della prima monoposto Ferrari, la 125 F1, ma è ad alimentazione atmosferica. La 275 non è in grado di contrastare lo strapotere di Alfetta 158, Maserati e Talbot-Lago, soprattutto sui circuiti veloci dove occorrono potenza e velocità sui lunghi rettilinei.
 
Ferrari - Modello "340 F1" del 1950


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 80x68 mm, 4101,6 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 12:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: tre carburatori doppio corpo
Potenza: 335 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare a sezione rettangolare
Sospensioni: ant. indipendente, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore; cambio a 4 marce
Freni: a tamburo
Sterzo: a vite senza fine
Peso: 850 kg

La 340 F1 debutta in corsa al GP delle Nazioni, ma già nel GP di Francia il motore della 340 è stato montato sulla 275. Il nuovo propulsore ha una cilindrata aumentata a 4,1 litri solo grazie all'incremento dell'alesaggio dei pistoni. Il risultato di maggior rilievo della 340 è il terzo posto di Taruffi al GP di Spagna preceduto da Ascari e Serafini su 375. La 340 è un passo intermedio tra la 275 e la 375.
 
Ferrari - Modello "375 F1" del 1950


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 80x74 mm, 4493,7 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 11:1 (12:1 nel 1951)
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: tre carburatori doppio corpo
Potenza: 350 cv a 7000 giri/min (380 cv nel 1951)
Corpo vettura: telaio tubolare a sezione rettangolare
Sospensioni: ant. indipendente, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore; cambio a 4 marce
Freni: a tamburo
Sterzo: a vite senza fine
Peso: 850 kg

È la massima espressione Ferrari della formula di 4500 cm3. Il motore della 375 F1 è interamente riprogettato da Lampredi in funzione dell'aspirazione atmosferica. Migliorie sono apportate anche al telaio. La 375 scende in gara la prima volta al GP d'Italia 1950. Corre, potenziata fino a 380 cv, anche nel 1951, quando vince tre GP e diviene l'avversaria più pericolosa per le Alfetta 159.
 
Ferrari - Modello "195 INTER" del 1951


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 65x58,8 mm, 2341,02 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 7,5:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 1 carburatore Weber 36 mm
Potenza: 135 cv a 6000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d'acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. a ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 950 kg
Prestazioni: velocità massima 190 km/h

La 195 Inter è direttamente derivata dalla 195 S, ma riprende i contenuti meccanici della 166 Inter, la prima Granturismo Ferrari. Va perciò considerata anch'essa una GT dalle nobili origini. Fa la sua apparizione ufficiale al Salone di Bruxelles 1951. Sarà lo spunto per molti carrozzieri di nome degli anni Cinquanta, da Vignale alla Touring, dalla Ghia a Michelotti. Ne verranno prodotti soltanto 25 esemplari perché quasi contemporaneamente arrivò la più potente 212.
 
Ferrari - Modello "212 EXPORT" del 1951


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 68x58,8 mm, 2562,51 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 32-36 mm
Potenza: 170 cv a 6500 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d'acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. a ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1000 kg
Prestazioni: velocità massima circa 200 km/h

Segue le orme della 166 Inter e della 195 Inter, è cioè una GT con prestazioni da vettura da competizione. Ma la 212 Export fa di più: è una GT che vince le corse. Villoresi è primo nella Coppa Intereuropa a Monza; Taruffi-Chinetti sono primi nella Carrera Panamericana; i fratelli Marzotto vincono il Giro di Sicilia e la Coppa d’Oro delle Dolomiti. Il suo segreto è il motore da vettura Sport su un telaio a passo corto. Viene prodotta fino al 1953.
 
Ferrari - Modello "212 INTER" del 1951


Motore: 12 cilindri a V di 60°, ant. longitudinale, 68x58,8 mm, 2562,51 cm3, basamento in lega leggera, compressione 7,5:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori 32 mm (36 mm nel ‘52)
Potenza: 150 cv a 6500 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1000 kg
Prestazioni: velocità massima circa 200 km/h

È la prima Ferrari carrozzata da Pininfarina. Nasce spider, con una linea filante dalle fiancate basse. Nel 1952 diventa coupé. Viene presentata al Salone di Bruxelles. La meccanica è quella della 212 Export da competizione, con il motore depotenziato di circa 20 cv. Anche meccanica e telaio sono gli stessi; il passo è più lungo. È erede della 166 Inter, la prima Ferrari per un pubblico non solo sportivo.
 
Ferrari - Modello "340 AMERICA" del 1951


Motore: 12 cilindri a V di 60°, ant. longitudinale, 80x68 mm, 4101,66 cm3, basamento in lega leggera, compressione 8:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 mm
Potenza: 220-230 cv a 6000 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 900 kg
Prestazioni: velocità massima circa 240 km/h

È lontana parente della 340 F1, dalla quale prende il motore ma con un centinaio di cavalli in meno. Il prototipo, con carrozzeria barchetta, viene presentato al Salone di Parigi del 1950: la 340 America nasce per le corse Sport. In seguito ne verranno realizzati alcuni esemplari lussuosamente allestiti per un utilizzo stradale anche con linea coupé. A carrozzarla sono nomi famosi: Ghia, Vignale e Touring.
 
Ferrari - Modello "225 S" del 1952


Motore: 12 cilindri a V di 60°, ant. longitudinale, 70x58,8 mm, 2715,46 cm3, basamento in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 mm
Potenza: 210 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendente, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 850 kg
Prestazioni: velocità massima circa 230 km/h

La Sport Ferrari per il 1952 è la 225 S. Erede della 212, è un modello intermedio prima di arrivare alla mitica 250. Viene carrozzata, coupé o spider, da Vignale. I suoi risultati agonistici, soprattutto in versione aperta, sono di alto livello: seconda al Tour de France con “Pagnibon”-Macchieraldo, prima nella Coppa delle Dolomiti con Paolo Marzotto, prima nei GP (non di Formula 1) di Monaco con Vittorio Marzotto e del Portogallo con Eugenio Castellotti.
 
Ferrari - Modello "250 S" del 1952


Motore: 12 cilindri a V di 60°, ant. longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, basamento in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 mm
Potenza: 230 cv a 7500 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendente, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 850 kg
Prestazioni: velocità massima circa 250 km/h

Vince la Mille Miglia del 1952: battendo non soltanto le velocissime Mercedes 300 SL ma anche altre 30 Ferrari iscritte alla gara. Guidata da Giovanni Bracco, segna il quinto successo nella gara su strada più famosa del mondo. Ma per la 250 S il successo nella Mille Miglia è un canto del cigno, perché si ritira alla 24 Ore di Le Mans, per la quale era stata potenziata e dove segnerà il nuovo record sul giro, e alla Carrera Panamericana.
 
Ferrari - Modello "340 MEXICO" del 1952


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 80x68 mm, 4101,66 cm3, basamento in lega leggera, compressione 8:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 mm
Potenza: 280 cv a 6600 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 900 kg
Prestazioni: velocità massima circa 280 km/h

Nasce per vincere la Carrera Panamericana. E non potrebbe essere altrimenti con un nome così: Mexico. Ne vengono approntati quattro esemplari che utilizzano il motore, potenziato, della 340 America accoppiato a un cambio a cinque marce. Il miglior risultato nella Carrera del 1952 è il terzo posto di Lucas e Chinetti (già vincitore di tre 24 Ore di Le Mans). La competizione viene dominata dalle Mercedes 300 SL di Kling e Lang.
 
Ferrari - Modello "342 AMERICA" del 1952


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 80x68 mm, 4101,66 cm3, basamento in lega leggera, compressione 8:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 mm
Potenza: 200 cv a 5000 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1200 kg
Prestazioni: velocità massima circa186 km/h

Controcorrente rispetto alla politica commerciale Ferrari dell’epoca, la 342 America non nasce per le corse ma per le strade di tutti i giorni. Deriva dalla 340 America, da cui si distingue per il cambio a cinque marce e la guida a sinistra. Viene prodotta in sei esemplari, cinque dei quali carrozzati da Pinin Farina (tre coupé e due cabriolet). Una 342 America viene acquistata da re Leopoldo del Belgio.
 
Ferrari - Modello "375 INDY" del 1952


Motore: 12 cilindri a V di 60°, ant. longitudinale, 80x74,5 mm, 4493,73 cm3, basamento in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 mm
Potenza: 400 cv a 7500 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendente, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore; cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 829 kg
Prestazioni: velocità massima circa 325 km/h

Dal primo Campionato del mondo di Formula 1 fino al 1960, Indianapolis fece parte dei GP titolati. Per questo, e per rafforzare la propria immagine negli Usa, nel 1952 venne approntata una vettura per Indy. La base era quella della 375 F1, con irrobustimenti al telaio e maggiore potenza grazie alla sovralimentazione. La 375 Indy, guidata da Ascari, non ha però fortuna nella gara americana del 1952 e si ritira per la rottura di un mozzo ruota.
 
Ferrari - Modello "500 F2" del 1952


Motore: 4 cilindri in linea, ant. longitudinale, 90x78 mm, 1984,8 cm3, basamento in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: bialbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori 45 mm
Potenza: 185 cv a 7500 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare a longheroni e traverse
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore; cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Sterzo: a vite senza fine
Peso: 560 kg

È una Ferrari ma ha un motore a quattro cilindri. L’ha disegnato Aurelio Lampredi, con una cilindrata di 2000 cm3 come prevede il regolamento della F2 applicato nel 1952 e ‘53, gli anni della 500 F2. Con essa, Ascari conquista due volte il Campionato del Mondo di F1 vincendo 15 Gran Premi. Il suo punto di forza è proprio il motore, che vanta due alberi a camme in testa e la lubrificazione a carter secco.
 
Ferrari - Modello "250 EUROPA" del 1953


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 68x68 mm, 2963,45 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DCL
Potenza: 220 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1150 kg
Prestazioni: velocità massima 218 km/h

Elegantissimo coupé carrozzato da Pinin Farina e Vignale, è presentato al Salone di Parigi del ‘53 e adotta un 12 cilindri con disegno tipo quadro della dinastia Lampredi. Sostituisce la 212 Inter affiancandosi alla 375 America, di cui riprende le misure del telaio. Un esemplare in versione cabriolet venne commissionato da una cliente americana a Pinin Farina, mentre l’esemplare 0299 EU fu di proprietà del regista Roberto Rossellini.
 
Ferrari - Modello "250 MM" del 1953


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, basamento in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 mm
Potenza: 240 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore; cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 850 kg
Prestazioni: velocità massima circa 250 km/h

Si chiama MM, Mille Miglia, perché deriva strettamente dalla 250 S che trionfò in questa competizione nel 1952. Rispetto alla S, la 250 MM, nata per la stagione agonistica 1953, ha un cambio a quattro marce invece che a cinque e un assale posteriore più robusto. I risultati sportivi non si fanno attendere. Manca il successo nella Mille Miglia, ma la MM rimarrà il cavallo di battaglia dei piloti privati della Ferrari fino all’arrivo della 250 GT.
 
Ferrari - Modello "340 MM" del 1953


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 80x68 mm, 4101,66 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCF
Potenza: 300 cv a 6600 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 850 kg
Prestazioni: velocità massima 270 km/h

Biposto creata per partecipare al Mondiale Sport inaugurato nel 1953. Viene carrozzata sia Touring sia Vignale. Vince al debutto nel Giro di Sicilia e coglie un grande successo alla Mille Miglia con l’equipaggio Marzotto-Crosara, ripetendosi a Silverstone con Mike Hawthorn. Alla 24 Ore di Le Mans è solo quinta (in versione modificata) con i fratelli Marzotto, e la vettura di Ascari-Villoresi, equipaggiata con un 4500 cm3 di derivazione Indy, si ritira.
 
Ferrari - Modello "375 AMERICA" del 1953


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 84x68 mm, 4522,94 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,4:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCZ/3
Potenza: 300 cv a 6500 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1150 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Esposta al Salone di Parigi del 1953 ma destinata al mercato americano, è un coupé a passo lungo (2,8 metri) realizzato in dieci esemplari carrozzati da Pinin Farina che differiscono dal modello parigino per il lunotto panoramico e la pinnatura della coda. Nel 1955 Pinin Farina realizzò una nuova versione di coupé, con tetto trasparente, mentre Vignale e Michelotti proposero due cabriolet. A Vignale si deve anche un coupé.
 
Ferrari - Modello "375 MM BARCHETTA" del 1953


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 84x68 mm, 4522,94 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 IF/4C o 42 DCZ
Potenza: 340 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 900 kg
Prestazioni: velocità massima 290 km/h

Carrozzata da Vignale in un esemplare (vittorioso alla 1000 Km del Nürburgring) e da Pininfarina, nel 1953 vince la 24 Ore di Spa, la 1000 Km di Buenos Aires e le corse di Pescara e Casablanca, prima di emigrare negli USA per imporsi nelle mani di Masten Gregory, Jim Kimberly e Bill Spear. Fu amata dai clienti sportivi per le sue prestazioni. La 375 Barchetta deriva dalla 340 MM ma è munita di un potente motore di 4,5 litri.
 
Ferrari - Modello "375 MM COUPÉ" del 1953


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 84x68 mm, 4522,94 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 IF/4C o 42 DCZ
Potenza: 340 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 970 kg
Prestazioni: velocità massima 270 km/h

Disegnata da Pininfarina, rappresenta la versione stradale della 375 Barchetta concepita per la clientela sportiva che prediligeva un mezzo elegante e veloce. Rispetto alla Berlinetta si distingue per la presenza dei paraurti che seguono l’andamento della carrozzeria, i parafanghi posteriori a codine e le finiture di lusso. Poteva essere fornita con verniciatura bicolore. La meccanica era analoga al modello Barchetta.
 
Ferrari - Modello "500 MONDIAL" del 1953


Motore: 4 cilindri in linea, anteriore longitudinale, 90x78 mm, 1984,86 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 42 DCO A/3
Potenza: 155-160 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 750 kg
Prestazioni: velocità massima circa 235 km/h

Il nome di questa barchetta disegnata da Scaglietti ricorda i titoli iridati di Alberto Ascari nel 1952 e 1953. La meccanica è quella della 500 F2. Vince la Conchiglia d’Oro con Maglioli e il GP di Peña-Rhin con Picard, è seconda alla 1000 Miglia del ‘54 con Vittorio Marzotto e nella 12 Ore di Casablanca del 1953 con la coppia Ascari-Villoresi. Pininfarina disegnerà poi una spider per i clienti sportivi. La 500 Mondial contribuisce al successo nel Mondiale Marche 1954.
Ferrari - Modello "553 F2" del 1953


Motore: 4 cilindri in linea, ant. longitudinale, 93x73,5 mm, 1997,11 cm3, basamento in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: bialbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 52 mm
Potenza: 180 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Sterzo: a vite senza fine
Peso: 600 kg

Debutta nel GP d’Italia per offrire alla Squadra Corse Ferrari una monoposto più veloce della 500 F2. Pur non convincendo, principalmente per una precaria tenuta di strada, la 553 F2 contribuisce comunque alla conquista del titolo iridato da parte di Ascari. Non riesce però a offuscare la fama della 500 F2, rispetto alla quale ha un telaio rinforzato, una rinnovata aerodinamica e un motore nuovo.
 
Ferrari - Modello "625 TF" del 1953


Motore: 4 cilindri in linea, anteriore longitudinale, 94x90 mm, 2498,32 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 50 DCO A/3
Potenza: 220 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: longheroni e traverse tubolari
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 730 kg
Prestazioni: velocità massima 240 km/h

È la prima sport equipaggiata con il quattro cilindri progettato da Aurelio Lampredi. Debutta con un quarto posto al Gran Premio Autodromo di Monza del 1953 (al volante c’è l’asso inglese Mike Hawthorn) ma a fine stagione è venduta a un pilota argentino. Da alcune fonti questa vettura è denominata 625 S. Una versione berlinetta dal disegno gradevole è stata realizzata da Vignale (telaio 0306 TF) ma quasi certamente non è mai scesa in pista.
 
Ferrari - Modello "250 GT COUPÉ PININ FARINA" del 1954


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, rapporto di compressione 9:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DC2
Potenza: 200 cv a 6600 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant.a ruote indip., post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1050 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Nasce come evoluzione del modello 250 Europa: si differenzia per il motore disegnato da Gioachino Colombo e per un nuovo telaio. La presentazione ufficiale avviene al Salone di Parigi del 1954; il modello conoscerà periodici aggiornamenti estetici e meccanici che lo manterranno in listino fino al 1964, con 2500 esemplari prodotti. Nel corso degli anni le linee diverranno più tese e appariranno i parafanghi posteriori a codine.
 
Ferrari - Modello "250 MONZA" del 1954


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore, 68x68 mm, 2963,45 cm3, monoblocco in lega leggera, rapporto di compressione 9:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DCF/3
Potenza: 240 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 850 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Si tratta di un modello ibrido che impiega il telaio della 750 Monza e il motore della 250 MM (ma con accensione a magnete), mentre la carrozzeria ricorda quella della spider 375 MM. Con questo modello, Trintignant-Piotti vincono la 12 Ore di Hyères; Cornacchia-Gerini terminano invece al terzo posto il 2° Gran Premio Supercortemaggiore con una 250 Monza Scaglietti, quasi uguale alla contemporanea 750 Monza.
 
Ferrari - Modello "375 PLUS" del 1954


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 84x74,5 mm, 4954,34 cm3, monoblocco in lega leggera, rapporto di compressione 9,2:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 46 DCF/3
Potenza: 330 cv a 6000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 900 kg
Prestazioni: velocità massima 270 km/h

È il modello che la Ferrari schiera ufficialmente nelle gare di durata; assomiglia alla 375 MM Spider, ma ha un diverso telaio, che ospita il ponte De Dion e una gobba sul posteriore. Vince ad Agadir, nel 1954, al debutto, ripetendosi alla 24 Ore di Le Mans con Maurice Trintignant e Froilan Gonzalez. Stesso risultato alla Carrera Panamericana con Umberto Maglioli e alla 1000 Km di Buenos Aires. Negli USA vincerà ancora molto in mano a piloti privati.
 
Ferrari - Modello "553 F1" del 1954


Motore: 4 cilindri in linea, ant. longitudinale, 100x79,5 mm, 2497,56 cm3, basamento in lega leggera, compressione 12:1
Distribuzione: bialbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 52 mm
Potenza: 240 cv a 7500 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Sterzo: a vite senza fine
Peso: 600 kg

Con un soprannome aggressivo, “Squalo”, la 553 viene trasformata in F1 per la stagione 1954 che si corre con nuovi regolamenti. Debutta al GP di Siracusa e, pur continuando ad avere il motore quattro cilindri in linea della 553 F2, può disporre di una potenza di 240 cv grazie ai 2,5 litri di cilindrata. La linea rimane pressoché invariata, ma contro la Maserati 250F non c’è nulla da fare.
 
Ferrari - Modello "625 F1" del 1954


Motore: 4 cilindri in linea, anteriore, 94x90 mm, 2498,3 cm3, monoblocco in lega leggera, cilindri con canne in acciaio, compressione 13:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 50 DCOA
Potenza: 250 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 600 kg
Prestazioni: velocità massima secondo i rapporti

Nata in funzione del nuovo regolamento della Formula 1 entrato in vigore nel 1954, vince il Gran Premio d’Inghilterra con Froilan Gonzalez e una serie di gare non titolate (Buenos Aires, Rouen, Caen, Siracusa, Bordeaux, Silverstone, Bari). Derivata dalla 4 cilindri di Formula 2, la 625 viene continuamente aggiornata nel motore e nel telaio. Rinnovate sono soprattutto le sospensioni, con l’adozione di molle elicoidali anteriori e balestra posteriore al di sopra della scatola del ponte.
 
Ferrari - Modello "750 MONZA" del 1954


Motore: 4 cilindri in linea, anteriore, 103x90 mm, 2999,62 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,2:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 58 DCO A/3
Potenza: 250 cv a 6000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce (4 dal ’55) + RM
Freni: a tamburo
Peso: 760 kg
Prestazioni: velocità massima 265 km/h

Vettura sport equipaggiata con un quattro cilindri derivato dal 555 F1, debutta al Gran Premio Supercortemaggiore di Monza nel 1954. Due le carrozzerie realizzate: una barchetta, firmata Pininfarina, e una costruita da Scaglietti su disegno di Dino Ferrari, pilotata in quell’occasione da Froilan Gonzalez. Si impone nel Tourist Trophy con Hawthorn e Maglioli. Nel 1955 viene dotata di un cambio a quattro marce, analogamente alla 500 Mondial.
 
Ferrari - Modello "250 GT SPIDER PININ FARINA" del 1955


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DC2
Potenza: 210 cv a 6800 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. a ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1050 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Sul telaio della 250 GT compare la prima carrozzeria spider disegnata da Pininfarina: caratterizzata dalla totale pulizia di linee, piccoli fari carenati ed eleganti gruppi ottici posteriori, incastonati nello spigolo delle codine dei parafanghi. Nel 1957 ne venne proposta una versione da competizione con uno o due posti e poggiatesta raccordato verso la coda. C’era anche una presa d’aria sul cofano, di dimensioni più ampie.
 
Ferrari - Modello "410 S" del 1955


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 88x68 mm, 4961,57 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 42 DC 2/4
Potenza: 380 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1200 kg
Prestazioni: velocità massima secondo i rapporti

Nata per vincere la sesta Carrera Panamericana (una competizione, però, mai disputata), la 410 S ha un motore derivato dalla serie dotato di un innovativo sistema di accensione doppio con quattro spinterogeni e 24 candele. Al retrotreno c’è un ponte De Dion. Debutta con due esemplari (in seguito ceduti a privati) iscritti alla 1000 Km di Buenos Aires che si ritirano per noie alla trasmissione. Scaglietti carrozzerà poi altre due vetture.
 
Ferrari - Modello "410 SA E SUPERFAST" del 1955


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 88x68 mm, 4961,57 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DCF3
Potenza: 340 cv a 6000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1200 kg
Prestazioni: velocità massima 260 km/h

Lussuose Gran Turismo con motore cinque litri derivato dalle Sport del 1954, sostituiscono di fatto la 375 America. La SA (a passo lungo) è presentata completa di carrozzeria Pininfarina a Bruxelles nel 1956. Ghia e Boano costruiranno poi alcune versioni coupé e spider. La Superfast di Pininfarina, 20 cm più corta, ha fari carenati, vistose pinne posteriori, parabrezza senza montanti, tergilunotto e motore a 24 candele.
 
Ferrari - Modello "555 F1" del 1955


Motore: 4 cilindri in linea, ant. longitudinale, 100x79,5 mm, 2497,56 cm3, basamento in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: bialbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 50 mm
Potenza: 260 cv a 7400 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore; cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Sterzo: a vite senza fine
Peso: 600 kg

Più cavalli (260), un telaio ulteriormente rinforzato e la F1 Ferrari diventa Supersqualo. Debutta nel GP d’Argentina del 1955. È un’annata dominata dalla Mercedes e alla Ferrari non resta che agguantare con Maurice Trintignant il quarto posto nel Mondiale. Nel 1956 corre anche (ma senza molta fortuna) con il motore 8 cilindri a V della Ferrari-Lancia D50.
 
Ferrari - Modello "850 MONZA" del 1955


Motore: 4 cilindri in linea, anteriore longitudinale, 102x105 mm, 3431,93 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 58 DCOA/3
Potenza: 280 cv a 6000 giri/min (310 cv dal ‘56)
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. a ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 860 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Ultima vettura Sport a 4 cilindri, è una 750 Monza con telaio, carrozzeria e motore modificati. Nel 1955 partecipa solo al Tourist Trophy; nel 1956, in versione potenziata, si impone nella 12 Ore di Sebring e nel Giro di Sicilia; con Trintignant vince alcune gare africane. Alla Mille Miglia è seconda con Collins-Klemantasky e contribuisce con la 290 MM al successo nel Campionato Mondiale Sport contro la Maserati.
 
Ferrari - Modello "D50" del 1955


Motore: 8 cilindri a V di 90°, anteriore, 73,6x73,1 mm, 2488 cm3, monoblocco in lega leggera, canne cilindri in ghisa, compressione 11,9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 4 carburatori doppio corpo Weber 40 PII
Potenza: 250 cv a 8100 giri/min (265 cv dal ‘56)
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. a ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 620 kg (645 dal ‘56)
Prestazioni: velocità massima secondo i rapporti

È la F1 rilevata dalla Lancia dopo la chiusura del reparto corse della Casa torinese per la morte di Alberto Ascari. Era caratterizzata dai serbatoi laterali, esterni o inglobati nella carrozzeria; mossa da un V8, permise a Fangio di imporsi nel Mondiale Piloti F1 vincendo i GP d’Argentina, Gran Bretagna e Germania. La D50 s’impose anche in Belgio e Francia con Collins. Nel 1956 il serbatoio principale passò in coda e quelli di riserva divennero laterali.
 
Ferrari - Modello "290 MM" del 1956


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x69,5 mm, 3490,61 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 IR4/C1
Potenza: 320 cv a 7300 giri/min
Corpo vettura: tubolare a piattaforma
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. a ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 880 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

Simile alla 410 S e alla 860 Monza (da cui differisce per l’assenza dei tubi di scarico sul lato sinistro e per la presenza di una grande presa d’aria) la 290 MM segna il passaggio delle Ferrari sport al motore 12 cilindri, in questo caso derivato da quello della 250 GT. Vince la Mille Miglia del 1956 con Eugenio Castellotti e il successo di Trintignant-P. Hill nel GP di Svezia permette alla Ferrari di riconquistare l’iride.
 
Ferrari - Modello "500 TESTA ROSSA" del 1956


Motore: 4 cilindri in linea, anteriore longitudinale, 90x78 mm, 1984,86 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 40 DCO/3
Potenza: 190 cv a 7400 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 680 kg
Prestazioni: velocità massima 245 km/h

L’erede della 500 Mondial assume il nome di Testa Rossa per i coperchi dei carter degli assi a camme dipinti, appunto, di rosso. Il motore è quello della Mondial, ma presenta il volano alleggerito e l’albero a gomiti rinforzato. Il cambio è a quattro marce. All’avantreno due molle elicoidali rimpiazzano la balestra trasversale. La carrozzeria è realizzata da Scaglietti su disegno Pininfarina, ma qualche esemplare uscì anche dalla Carrozzeria Touring.
 
Ferrari - Modello "625 LM" del 1956


Motore: 6 cilindri in linea, anteriore longitudinale, 94x90 mm, 2498,32 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 42 DCO/A
Potenza: 225 cv a 6200 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. a ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 700 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Il particolare regolamento della 24 Ore di Le Mans del ‘56 impone alla Ferrari di realizzare un modello specifico, la 625 LM, vettura sport dotata del motore 6 cilindri di 2,5 litri della 625 F1. Il cambio è a quattro rapporti tutti sincronizzati e la carrozzeria è costruita dalla Touring. Olivier Gendebien e Maurice Trintignant ottengono il terzo posto assoluto, dopodiché la vettura viene ritirata dalle corse.
 
Ferrari - Modello "246 F1" del 1957


Motore: 6 cilindri a V di 65°, anteriore longitudinale, 85x71 mm, 2417,3 cm3, monoblocco in lega leggera, cilindri con canne in ghisa, compressione 9,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori doppio corpo invertiti 42 DCN
Potenza: 280 cv a 8500 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant .indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo autoventilanti (dischi Dunlop dal ‘58)
Peso: 560 kg
Prestazioni: velocità massima secondo i rapporti

È la prima monoposto della famiglia Dino di Formula 1. Debutta in gara a Modena con un motore di 1860 cm3, aumentati dal GP del Marocco del 1957 a 2417,3 cm3. Nel 1958 adotta un radiatore dell’olio davanti a quello dell’acqua e ottiene il primo successo in un GP iridato con Hawthorn a Reims, bissato da Collins in Inghilterra. Nel corso della stagione la 246 adotta gli ammortizzatori telescopici e i freni a disco, nonché il motore tipo 256.
 
Ferrari - Modello "250 GT CALIFORNIA" del 1957


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,1:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCL6
Potenza: 250 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant.a ruote indip., post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo (dischi dal ‘60)
Peso: 1075 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Nasce nel dicembre del 1957 e soppianta una precedente 250 GT Spider di Pininfarina. La produzione (circa 110 esemplari) sarà curata da Scaglietti in due versioni, Europa e America, differenti nei fari e nelle dotazioni di sicurezza, e due varianti di passo (2,6 metri fino al 1960, 2,4 metri successivamente). Ottiene prestigiosi risultati a Le Mans e Sebring nelle mani di Moss, Ginther e Grossman, con limpide vittorie di classe.
 
Ferrari - Modello "315 S" del 1957


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 76x69,5 mm, 3783,4 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 360 cv a 7800 giri/min
Corpo vettura: tubolare
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 880 kg
Prestazioni: velocità massima 290 km/h

La doppietta alla 1000 Miglia del 1957 con Taruffi e von Trips e il quinto posto alla 24 Ore di Le Mans (dove montava 3 carburatori Solex in luogo dei 6 Weber) figurano nel palmarès di questa sport concepita per partecipare alla 12 Ore di Sebring. Derivata dalla 290 S, ma dotata di motore bialbero di 3,8 litri, sarà costretta a emigrare negli USA dopo che la federazione internazionale limiterà a 3 litri la cilindrata delle vetture sport.
 
Ferrari - Modello "335 S" del 1957


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 77x72 mm, 4023,32 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,2:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 390 cv a 7800 giri/min
Corpo vettura: tubolare
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 880 kg
Prestazioni: velocità massima 300 km/h

Un nuovo albero a gomiti e la cilindrata portata a quattro litri la differenziano dalle 290 S e 315 S. Debutta alla Mille Miglia del 1957 con Peter Collins e Alfonso De Portago (protagonista del tragico incidente di Guidizzolo), è seconda alla 1000 Km del Nürburgring con Collins e al Gran Premio di Svezia, quando conquista il Campionato Mondiale Marche. Corre anche in Venezuela con un diverso frontale che permette una migliore ventilazione dei freni anteriori.
 
Ferrari - Modello "500 TESTA ROSSA CORSA" del 1957


Motore: 4 cilindri in linea, anteriore longitudinale, 90x78 mm, 1984,86 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 40 DCO/3
Potenza: 190 cv a 7400 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. a ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 680 kg
Prestazioni: velocità massima oltre 245 km/h

Rappresenta la versione destinata alle corse della 500 Testa Rossa, in ottemperanza all’annesso C del Codice Sportivo Internazionale. Si distingue per la carrozzeria più bassa e filante oltre a essere modificata in alcuni particolari. Ottiene moltissime vittorie di classe in tutto il mondo permettendo a un gran numero di piloti di iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro delle gare più importanti.
 
Ferrari - Modello "801" del 1957


Motore: 8 cilindri a V di 90°, anteriore, 80x62 mm, 2493,2 cm3, monoblocco in lega leggera, canne cilindri in ghisa, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 4 carburatori doppio corpo verticali 40 PII
Potenza: 285 cv a 8800 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 648 kg
Prestazioni: velocità massima secondo rapporti

Frutto dell’evoluzione del modello Ferrari-Lancia D50, notevolmente potenziato nel motore e snellito nella linea, che rinuncia ai vistosi serbatoi laterali richiamandosi così alla Super Squalo 555, la 801, che monta gli ammortizzatori a leva Houdaille, non ottiene alcun successo iridato, nonostante il prodigarsi dei giovani Musso, Collins e Hawthorn, per la manifesta superiorità mostrata dalla Maserati di Fangio e dalla Vanwall di Moss.
Ferrari - Modello "DINO 156 F2" del 1957


Motore: 6 cilindri a V di 65°, anteriore, 70x64,5 mm, 1489,35 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 10:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 38 DCN
Potenza: 180 cv a 9000 giri/min
Corpo vettura: tubolare
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 512 kg
Prestazioni: velocità massima 240 km/h

Monoposto assai longeva, debutta con il terzo posto nel GP di Napoli del 1957 ed esce di scena solo nel 1960. Simile alla 801 di Formula 1 tranne che per la lunga presa d’aria sul cofano motore, la Dino 156 F2 vince a Reims la sua prima gara grazie alla superiore potenza del suo 6 cilindri. Nel 1958 assume il frontale della 246 F1 e nel 1960 adotta la sospensione a ruote indipendenti e altre innovazioni, tra cui lo stesso motore della monoposto 246.
 
Ferrari - Modello "250 GT PININ FARINA COUPÉ II" del 1958


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,1:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DC2
Potenza: 240 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1050 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Elegante evoluzione della prima serie della 250 GT, si distingue da questa per la carrozzeria più squadrata, per il ragguardevole sbalzo posteriore, per il piccolo padiglione e per l’abitacolo di ridotte dimensioni. Posteriormente le codine sono più accentuate, mentre scompaiono le prese d’aria dietro i parafanghi anteriori. La meccanica beneficia di un incremento di potenza nell’ordine dei 30 cavalli rispetto alla 250 GT del 1955.
 
Ferrari - Modello "250 TESTAROSSA" del 1958


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,5 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCN
Potenza: 290-300 cv a 7500 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce (5 marce dal ‘59)
Freni: a tamburo (dischi dal ‘59)
Peso: 800 kg
Prestazioni: velocità massima 270 km/h

Concepita per vincere il Mondiale Marche (riservato alle GT fino a 3 litri) del 1958, la 250 TR ottiene il successo finale con quattro vittorie nelle gare più importanti. Fu prodotta in due versioni, quella ufficiale e quella riservata ai piloti privati, mentre dal 1959 ebbe lievi modifiche alla carrozzeria, freni a disco e cambio a cinque marce. Nel 1960 comparvero le sospensioni indipendenti e il cambio a sei marce.
 
Ferrari - Modello "250 TOUR DE FRANCE" del 1958


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,5:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DCZ
Potenza: 280 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo (dischi dal 1960)
Peso: 1075 kg
Prestazioni: velocità massima 270 km/h

Si tratta di un coupé derivato dalla 250 GT seconda serie e battezzato in questo modo in quanto concepito per imporsi nella massacrante competizione su strada, in pista e in montagna, che si correva in Francia e che la 250 TdF vinse nel 1958 e nel 1959. Caratteristiche estetiche: i fari anteriori quasi sempre carenati, le piccole pinne in coda, il muso basso con calandra a sviluppo orizzontale e le uscite d’aria sui montanti posteriori.
 
Ferrari - Modello "412 MI" del 1958


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 77x72 mm, 4023,32 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,4:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori doppio corpo Weber
Potenza: 447 cv a 7700 giri/min
Corpo vettura: telaio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte De Dion
Trazione: posteriore, cambio a 3 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 900 kg
Passo: 2,42 m

Venne prodotta in un solo esemplare la 412 MI, nata per battere le monoposto di grossa cilindrata che vincevano sulle piste americane. La sigla MI stava per Monza-Indianapolis, perché la 412 MI corse nel Trofeo dei due Mondi a Monza, guidata da Luigi Musso che segnò la pole position alla velocità media di 281,077 chilometri orari. La sfortuna impedì a Musso-Hill-Hawthorn di andare oltre il terzo posto, dietro i piloti americani Rathmann e Bryan.
 
Ferrari - Modello "250 GT PININ FARINA SPIDER II" del 1959


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,1:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DC2
Potenza: 240 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indipendenti, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1050 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Erede della 250 GT California del 1957 e della 250 GT Spider prima serie, la GT Spider del 1959 deriva in larga misura dalla 250 GT Coupé, dalla quale eredita frontale e coda. Molto pulita la fiancata, che mostra un andamento più vario rispetto al coupé, con un lieve abbassamento all’altezza delle portiere che si raccordano in modo dinamico con i parafanghi posteriori. La meccanica è analoga alle 250 GT.
 
Ferrari - Modello "DINO 196 S - 246 S" del 1959


Motore: 6 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 77x71 mm (86,4x71), 1983,72 cm3 (2497,62 cm3), monoblocco in lega leggera, compressione 9,8:1 (11:1)
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 195 cv (245) a 7800 giri/min (7600)
Corpo vettura: telaio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. indip., post. ponte rigido (indip.)
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM (5 + RM)
Freni: a disco Dunlop
Peso: 680 kg
Prestazioni: velocità massima 240 km/h (oltre 240)

Sono rispettivamente le versioni clienti e ufficiale del modello disegnato da Medardo Fantuzzi sulla falsariga della 250 TR. La più esasperata 246 S conosce una costante evoluzione nella sospensione posteriore, con il passaggio dal ponte rigido al De Dion e alle ruote indipendenti. Nonostante i primi riscontri negativi, l’intera produzione è subito venduta negli USA. Le succederà la 246 SP a motore posteriore (tra parentesi nella scheda i dati della 246 S).
 
Ferrari - Modello "DINO 256 F1" del 1959


Motore: 6 cilindri a V di 65°, anteriore longitudinale, 86x71 mm, 2474,5 cm3, monoblocco in lega leggera, cilindri con canne in ghisa, compressione 9,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori doppio corpo invertiti 42 DCN
Potenza: 290 cv a 8800 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 560 kg
Prestazioni: velocità massima secondo i rapporti

È l’evoluzione della Dino 246, da cui si differenzia per gli ammortizzatori telescopici, la sospensione posteriore a molle elicoidali e il design più tozzo. Si impone con Tony Brooks nei Gran Premi di Francia e Germania, ma si deve arrendere nel Mondiale alla Cooper-Climax di Jack Brabham. Inizia la stagione 1960 con poche modifiche (sospensione posteriore a doppi triangoli) prima di far spazio alla Dino 246 dotata di motore posteriore.
 
Ferrari - Modello "250 GTE 2+2" del 1960


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,1:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DC2
Potenza: 240 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant.a ruote indip., post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1050 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Gran Turismo dalle elevate prestazioni, modellata da Pininfarina in modo superbo, con abitacolo ampio e comodo per quattro persone, e prestazioni da vera sportiva, fu commercializzata in una versione lievemente differente dal primo prototipo, caratterizzato da sfoghi d’aria dietro i parafanghi anteriori e differenti gruppi ottici. Un’uscita d’aria dietro il finestrino posteriore apparve sulla versione finale.
 
Ferrari - Modello "400 SA SUPERAMERICA III" del 1960


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 77x71 mm, 3967,44 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 340 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1250 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

Modello fondamentale per l’evoluzione stilistica delle Ferrari disegnate da Pininfarina, caratterizzato da linee molto pulite e aerodinamiche. Elementi importanti di stile sono la curvatura dei montanti anteriori, la profilatura della coda e i fari a scomparsa. Successivamente questi ultimi vennero sostituiti da luci carenate. Le grandi superfici vetrate saranno sempre una caratteristica della famiglia Superfast.
 
Ferrari - Modello "246 SP" del 1961


Motore: 6 cilindri a V di 65°, posteriore, 85x71 mm, 2417,33 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 275 cv a 7500 giri/min
Corpo vettura: tubolare
Sospensioni: ant. e post. quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco (posteriori inboard)
Peso: 750 kg
Prestazioni: velocità massima 270 km/h

Prima Ferrari Sport a motore centrale, montava un V6 di 2400 cm3 posizionato dietro l’abitacolo su una culla di tubi cui è fissata anche la sospensione posteriore. I freni posteriori sono inboard. Il grande cofano posteriore, con poggiatesta carenato, può essere rimosso per le operazioni di manutenzione. Debutta alla 12 Ore di Sebring e vince la Targa Florio nel 1961 e 1962, nonché la 1000 Km del Nürburgring con Olivier Gendebien.
 
Ferrari - Modello "250 GT BERLINETTA" del 1961


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,1:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 36 DC2
Potenza: 280 cv a 7200 giri/min
Corpo vettura: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. a ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a tamburo
Peso: 1050 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

Berlinetta utilizzata principalmente per scopi agonistici, la 250 GT Short Wheel Base (passo corto) conserva un’eccellente pulizia di linee che ne fece la preferita dai gentleman driver che la utilizzavano in gara nei week-end dopo averla usata durante la settimana per la propria attività professionale. Potenziata rispetto alla 250 GT fino a raggiungere i 280 cv, si distinse alla 24 Ore di Le Mans e al Tour de France.
 
Ferrari - Modello "DINO 156 F1" del 1961


Motore: 6 cilindri a V di 65°, posteriore centrale, 73x58,8 mm, 1476,6 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: bialbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori doppio corpo invertiti 42 DCN
Potenza: 180 cv a 9200 giri/min
Corpo vettura: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. e post. quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco (posteriori inboard)
Peso: 440 kg
Prestazioni: velocità massima secondo i rapporti

Prima Formula 1 con motore di soli 1500 cm3, la Dino 156 F1 deriva dall’analoga monoposto di Formula 2 impiegata fino all’anno prima. Coglie importanti successi con Wolfgang von Trips al GP Solitude, con Giancarlo Baghetti, primo a Siracusa e a Reims, e con Phil Hill conquista il Campionato del Mondo nel 1961. La 156 F1 utilizza poi il motore a V di 120°, più potente di 10 cv, e nel 1963 anche l’iniezione diretta Bosch che la porterà ad avere 205 cv.
 
Ferrari - Modello "196 P" del 1962


Motore: 6 cilindri a V di 60°, posteriore, 77x71 (90x75) mm, 1983,72 (2862,90) cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,8:1 (9,5:1)
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 200 (260) cv a 7800 (6800) giri/min
Corpo vettura: tubolare
Sospensioni: ant. e post. quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 680 kg
Prestazioni: velocità massima 240 km/h

Presentata alla stampa nel febbraio del 1962, la 196 SP deriva dalla 246 SP seconda versione, con parabrezza ribassato: monta il motore della 196 S con lubrificazione però a carter secco. Seconda alla Targa Florio del 1962 con Bandini e Baghetti, si distingue nelle gare in salita vincendo con Scarfiotti l’Europeo della Montagna. Ribattezzata poi 286 SP, non ha però mai corso ufficialmente (tra parentesi nella scheda i dati della 286 SP).
 
Ferrari - Modello "248 SP" del 1962


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore, 77x66 (77x71) mm, 2458,70 (2644,96) cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,8:1 (9,6:1)
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 4 carburatori Weber 40 IF2C
Potenza: 250 (260) cv a 7400 (7500) giri/min
Corpo vettura: tubolare
Sospensioni: ant. e post. quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 870 kg
Prestazioni: velocità massima 290 km/h

Vettura Sport derivata dalla 196-246 SP, se ne differenzia principalmente per il motore V8 a 90° a carter umido progettato da Carlo Chiti e caratterizzato da ingombri molto limitati, tali da non imporre modifiche alla linea della 246 SP. Alla 248 SP seguì la 268 SP, schierata in gara in esemplare unico, che venne accantonata a favore di vetture a 12 cilindri dopo una stagione senza successi (tra parentesi nella scheda i dati della 286 SP).
 
Ferrari - Modello "250 GTL" del 1962


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,3:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 38 DCN
Potenza: 250 cv a 7500 giri/min
Corpo vettura: longheroni e traverse tubolari
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1250 kg
Prestazioni: velocità massima oltre 240 km/h

Elegante coupé disegnato da Pininfarina e caratterizzato da una maggiore attenzione al lusso rispetto alle prestazioni, venne prodotta dalla carrozzeria Scaglietti dopo la presentazione al Salone di Torino del 1962. Dei 350 esemplari prodotti complessivamente, ben pochi, portati in gara da gentleman driver, ebbero una carriera sportiva, per lo più ristretta a gare nazionali, anche se una vettura si distinse al Tour de France.
 
Ferrari - Modello "250 GTO" del 1962


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCN
Potenza: 290 cv a 7400 giri/min
Corpo vettura: longheroni e traverse tubolari
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 900 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

È una delle Ferrari più vittoriose in assoluto, certo la più famosa Ferrari da competizione. Si aggiudicò il titolo Mondiale Marche nel 1962, 1963, 1964 e venne messa fuori causa dal cambio di regolamenti. Corse soltanto con piloti privati o al massimo semiufficiali. La carrozzeria era realizzata da Scaglietti su un disegno originario di Giotto Bizzarrini. Vinse dappertutto: Tour de France, 12 Ore di Sebring, 1000 Km di Parigi…
 
Ferrari - Modello "250 P" del 1963


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCN
Potenza: 300 cv a 7800 giri/min
Corpo vettura: longheroni e traverse tubolari
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 840 kg
Prestazioni: velocità massima 290 km/h

È stata la protagonista del successo della Casa di Maranello nel Mondiale Prototipi del 1963 grazie ai successi nella 12 Ore di Sebring, nella 1000 Km del Nürburgring e nella 24 Ore di Le Mans. Venne costruita in soli quattro esemplari. La sua linea, disegnata da Pininfarina, è caratterizzata dal roll-bar dietro l’abitacolo, con funzione stabilizzatrice. Il differenziale autobloccante è posto tra i dischi dei freni posteriori inboard.
 
Ferrari - Modello "330 LMB" del 1963


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 77x71 mm, 3967,44 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 400 cv a 7000 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1000 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

È l’ultima Sport della Ferrari a motore anteriore: adotta il 12 cilindri della Testarossa e il telaio della 400 SA. Ne risulta così un aspetto simile a quello della 250 GTL, anche se più aggressivo. In pista ha poca fortuna: il suo migliore risultato è il quinto posto dell’equipaggio privato Sears-Salmon alla 24 Ore di Le Mans edizione 1963, mentre a Sebring la coppia Lorenzo Bandini - Mike Parkes è costretta al ritiro.
 
Ferrari - Modello "ASA 1000" del 1963


Motore: 4 cilindri in linea, anteriore, 67,8x69 (69x69) mm, 993,52 (1032) cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,1:1
Distribuzione: un albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 40 DCOE
Potenza: 92 (91) cv a 7400 (6800) giri/min
Telaio: tubolare
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. assale rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce con overdrive
Freni: a disco
Peso: 780 (720) kg
Prestazioni: velocità massima 190 (185) km/h

Carrozzata da Ellena e successivamente da Marazzi, l’Asa 1000 Coupé è una mini-Ferrari costruita a Maranello, ma non può esibire (per veto di Enzo Ferrari) il marchio del Cavallino. Il nome significa Autocostruzioni Società per Azioni. Nel 1965 compare la versione decappottabile con carrozzeria Bertone e un motore di 1000 cm3. La produzione cessò nel 1967, dopo un centinaio di esemplari prodotti (tra parentesi nella scheda i dati dell’Asa 1000 Spider).
 
Ferrari - Modello "158 F1" del 1964


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale, 67x52,8 mm, 1489,2 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione diretta Bosch
Potenza: 210 cv a 11 000 giri/min
Corpo vettura: scocca autoportante in tubi d’acciaio
Sospensioni: ant. e post. quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 468 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Collaudata già dal settembre del 1963, la 8 cilindri di Formula 1 debutta con un successo nel GP di Siracusa grazie a John Surtees e si avvia al Mondiale 1964 con buone speranze. Risolti i problemi alla trasmissione e al sistema di lubrificazione, Surtees si impone nei GP d’Olanda, di Germania e d’Italia ottenendo anche il Campionato del Mondo, che non riuscirà a bissare l’anno dopo per la superiorità della Lotus 33 di Jim Clark.
Ferrari - Modello "250 GTO '64" del 1964


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 73x58,8 mm, 2953,21 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCN
Potenza: 290 cv a 7400 giri/min
Corpo vettura: longheroni e traverse tubolari
Sospensioni: ant. a ruote indip., post. a ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 900 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

Rappresenta in un certo senso la versione a tre volumi della 250 GTO del 1962, dalla quale differisce per il frontale più piatto e per la coda tronca ispirati, come l’andamento del tetto, alla 250 LM. Grazie ai suoi brillanti piazzamenti, sovente con piloti privati al volante, tra cui il secondo posto assoluto di Parkes-Guichet alla 1000 Km del Nürburgring, la GTO ‘64 contribuisce alla conquista del Mondiale Marche da parte della Ferrari nel 1964.
 
Ferrari - Modello "250 LE MANS BERLINETTA" del 1964


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 77x58,8 mm, 3285,72 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,7:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCN
Potenza: 320 cv a 7700 giri/min
Corpo vettura: longheroni e traverse tubolari
Sospensioni: ant. e post. a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 820 kg
Prestazioni: velocità massima 290 km/h

Può essere definita la versione chiusa della 250 P che vinse a Le Mans nel 1963, dalla quale differisce in pochi particolari di meccanica e carrozzeria. L’unica 250 LM a montare un motore 3 litri finì distrutta in un incendio a Sebring, mentre gli altri 33 esemplari adottarono il 3,3 e il 4 litri. Solo tre o quattro vetture ebbero la guida a sinistra. Omologata solo nella categoria Prototipi, vinse la 24 Ore di Le Mans del 1965 con Jochen Rindt e Masten Gregory.
 
Ferrari - Modello "275 GTB-GTS" del 1964


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 77x58,8 mm, 3285,72 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,2:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCZ
Potenza: 280 (260) cv a 7600 (7000) giri/min
Telaio: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1100 kg
Prestazioni: velocità massima 250 (245) km/h

Prima vettura stradale Ferrari dotata di sospensione posteriore a ruote indipendenti e di cambio a cinque marce, la 275 GTB monta l’ultima evoluzione del 12 cilindri nato nel 1947. Nel 1965 riceve un frontale più basso e alcuni particolari in lega leggera e plexiglas. Presentata anch’essa al Salone di Parigi del 1964, la 275 GTS ha forme che ispirarono le successive spider 330 e 365 GTS. La 275 GTS fu prodotta in 203 esemplari (tra parentesi nella scheda i dati della 275 GTS).
 
Ferrari - Modello "275 P - 330 P" del 1964


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 77x 58,8 (77x71) mm, 3285,72 (3967,44) cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,7:1 (9,8:1)
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCN
Potenza: 320 (370) cv a 7700 (7300) giri/min
Corpo vettura: longheroni e traverse tubolari
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 925 kg
Prestazioni: velocità massima 300 km/h

La 275 P è la versione potenziata della 250 P, di cui ha cilindrata maggiorata e 20 cavalli in più. I successi a Sebring, al Nürburgring e alla 24 Ore di Le Mans le permettono di archiviare il 1964 con un titolo iridato nonostante la concorrenza della Ford. La 330 P ha un motore 4,0 litri ma è meno equilibrata ed efficace della 275. Viene impiegata dai piloti privati che ottengono successi al Tourist Trophy e alla 1000 Km di Parigi (tra parentesi nella scheda i dati della 330 P).
 
Ferrari - Modello "330 GT 2+2" del 1964


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 77x71 mm, 3967,44 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCZ/6
Potenza: 340 cv a 7000 giri/min
Telaio: monoblocco in tubi d’acciaio a sezione ellittica
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + overdrive e RM
Freni: a disco
Peso: 1380 kg
Prestazioni: velocità massima 240 km/h

Elegante coupé quattro posti presentato a Bruxelles nel 1964, monta un motore 12 cilindri quattro litri non esasperatamente sportivo. Alla prima serie con frontale a quattro fari seguì nel 1965 la più moderna seconda serie, con muso più basso e ispirato alla 275 GTS. Tra le altre migliorie la pedaliera sospesa, i due soli attacchi del motore al telaio e il cambio a cinque marce in luogo del quattro marce più overdrive della prima serie.
 
Ferrari - Modello "500 SUPERFAST" del 1964


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, 88x68 mm, 4961,57 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCZ 6
Potenza: 360 cv a 6500 giri/min
Corpo vettura: telaio tubolare
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 4 marce + overdrive e RM
Freni: a disco
Peso: 1400 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

L’erede della 400 Superamerica ne conserva l’eleganza ma accentua la grinta del suo design e dispone di una coda completamente rivista. È stata prodotta in due serie: la prima (circa 25 esemplari) si distingue per la presenza di una gobba sul cofano motore mentre la seconda (12 unità) è dotata di un cambio a cinque marce sincronizzate in luogo del precedente quattro marce più overdrive, di pedaliera sospesa e di pannelli laterali per la ventilazione del motore.
Ferrari - Modello "166 P-206 P" del 1965


Motore: 6 cilindri a V di 65°, posteriore centrale, 77 (86)x57 mm, 1592,57 (1986,61) cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11,5 (11):1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 2 carburatori Weber 40 DCN/2
Potenza: 175 cv a 9000 (205 cv a 8800) giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 600 kg
Prestazioni: velocità massima 260 km/h

Primo modello presentato con il marchio Dino, la 166 P è una Sport di 1,6 litri di cilindrata dotata di una carrozzeria che ricorda la più grande P2. Ha un motore posteriore montato su un telaio leggerissimo e sospensioni a ruote indipendenti. Debutta alla 1000 Km di Monza del 1965. Dalla 166 P verrà derivata la 206 P con motore 2 litri con 30 cv in più. Con essa Scarfiotti è Campione Europeo della Montagna (tra parentesi nella scheda i dati della 206 P).
 
Ferrari - Modello "275 P2-330 P2" del 1965


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 77x58,8 (71) mm, 3285,72 (3967,44) cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 40 DCN/2
Potenza: 350 cv a 8500 (410 cv a 8200) giri/min
Telaio: tubolare con rinforzi in lamiera
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 880 kg
Prestazioni: velocità massima 300 km/h

Per affrontare la sfida con la Ford viene schierata l’evoluzione del modello P, aggiornato a livello telaistico, con l’adozione di pannelli di lamiera per aumentare la rigidità, e motoristico con l’adozione di testate bialbero e doppia accensione. La 275 P2 vince la 1000 Km di Monza e la Targa Florio contribuendo al successo Ferrari nel Mondiale. Con la stessa carrozzeria, ma motore 4 litri potenziato a 410 cv, è la 330 P2 (tra parentesi nella scheda i dati della 330 P2).
 
Ferrari - Modello "365 P" del 1965


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 81x71 mm, 4390,35 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 380 cv a 7300 giri/min
Telaio: tubolare con rinforzi in lamiera
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 800 kg
Prestazioni: velocità massima 300 km/h

Sviluppata appositamente per le scuderie private, ottenuta dotando la P2 di un motore di 4,4 litri, la 365 P ottiene una doppietta alla 24 Ore di Reims con Rodríguez-Guichet e Surtees-Parkes. Nel 1966 è aggiornata nel telaio, nelle sospensioni, nei freni e adotta un parabrezza più ricurvo. Al suo volante David Piper vince la 9 Ore di Kyalami e il GP d’Angola. Drogo modificherà nel 1967 l’aerodinamica della 365 P del team NART.
 
Ferrari - Modello "512 F1" del 1965


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore centrale, 56x50,4 mm, 1489,6 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 225 cv a 11 500 giri/min
Corpo vettura: scocca autoportante su struttura in tubi
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 475 kg
Prestazioni: velocità massima secondo i rapporti

Primo motore boxer a 12 cilindri della Ferrari, aveva una cilindrata unitaria di 124 cm3 e potenza specifica di 151 cv/litro. Il suo punto di forza era l’albero a gomiti con soli quattro supporti di banco. Debuttò al GP di Siracusa del 1965, ma non ottenne brillanti risultati per una serie di problemi di affidabilità che si aggiunsero al rendimento non ottimale dei pneumatici e a carenze nello sviluppo del telaio. Il miglior risultato fu il secondo posto di Lorenzo Bandini nel GP di Monaco del 1965.
 
Ferrari - Modello "275 GTB/4" del 1966


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 77x58,8 mm, 3285,72 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,2:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 40 DCN/9
Potenza: 300 cv a 8000 giri/min
Telaio: monoblocco in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1100 kg
Prestazioni: velocità massima 268 km/h

Evoluzione del modello nato nel 1964, è la prima vettura stradale a montare il motore a doppio albero a camme in testa, una versione addomesticata degli esemplari impiegati nelle competizioni e dai margini d’utilizzo più ampi. Si distingue dalla 275 GTB per la protuberanza sul cofano, necessaria per ospitare i sei carburatori. Ne vengono prodotti solo 350 esemplari circa. Alcuni verranno anche impiegati in competizione.
 
Ferrari - Modello "312 F1" del 1966


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 77x53,5 mm, 2989,6 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 360 cv a 10 000 giri/min
Telaio: scocca autoportante
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 548 kg
Prestazioni: velocità massima secondo i rapporti

La prima monoposto Ferrari F1 di 3 litri a 12 cilindri vince al debutto i GP di Siracusa e del Belgio con Surtees. Al GP d’Italia Scarfiotti si impone con il nuovo motore 36 valvole (due di aspirazione e una di scarico per ogni cilindro). Dal GP d’Italia del 1967 viene adottata la testata a 48 valvole sulla vettura di Amon, mentre nel 1968 Ickx vince il GP di Francia. Dal GP del Belgio la 312 monta un grande alettone posteriore, la cui incidenza può essere variata in gara dal pilota.
 
Ferrari - Modello "330 GTC-GTS" del 1966


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 77x71 mm, 3967,44 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCZ/6
Potenza: 340 cv a 7000 giri/min
Telaio: tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1300 kg
Prestazioni: velocità massima 245 km/h

Evoluzione in chiave moderna della 330 GT 2+2, con frontale ispirato alla 500 Superfast e coda ripresa dalla 275 GTS. La vetratura è ampia, le sospensioni sono a quattro ruote indipendenti e il motore è il 4 litri monoalbero da 340 cv. Viene prodotta dal 1966 al 1968 in 600 esemplari circa. Con lo stesso nome ma tante piccole differenze in più è la 330 GTS, derivata dalla 275 GTS da cui differisce per il motore 4 litri e il frontale (tra parentesi nella scheda i dati della 330 GTS).
 
Ferrari - Modello "330 P3" del 1966


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 77x71 mm, 3967,44 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas
Potenza: 420 cv a 8200 giri/min
Telaio: tubolare con rinforzi in lamiera
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 720 kg
Prestazioni: velocità massima 310 km/h

Biposto caratterizzata dall’estensione della pannellatura d’alluminio a rinforzo del telaio, dall’impiego di ruote a sezione più larga, dalla frizione collocata in posizione ortodossa e da freni a disco Girling ventilati. La stupenda carrozzeria, opera di Piero Drogo, può essere trasformata da coupé a spider. Breve ma gloriosa la sua carriera sportiva, impreziosita dai successi in importanti gare di durata come le 1000 Km di Monza e di Spa-Francorchamps.
 
Ferrari - Modello "365 CALIFORNIA" del 1966


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 81x71 mm, 4390,35 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DF/1
Potenza: 320 cv a 6600 giri/min
Telaio: tubolare
Sospensioni: ant. quadrilateri deformabili, post. ponte rigido
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1320 kg
Prestazioni: velocità massima 245 km/h

Elegante spider erede della 500 Superfast, è dotata del motore di 4,4 litri derivato da quello adottato dalla 365 P da corsa. Le sue linee tese e pulite vedono l’introduzione anche del motivo estetico della presa d’aria sulla fiancata, che nasconde l’apertura delle portiere, motivo mantenuto fino alla 328 GTB. Presentata al Salone internazionale di Ginevra nel marzo del 1966, viene messa sul mercato soltanto dalla fine del 1966 al 1967 in 14 esemplari.
 
Ferrari - Modello "DINO 206 S" del 1966


Motore: 6 cilindri a V di 65°, posteriore-centrale, 86x57 mm, 1986,61 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2-3 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber o iniezione Lucas
Potenza: 220 cv a 9000 giri/min
Telaio: tubolare con rinforzi in lamiera
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 580 kg
Prestazioni: velocità massima 260 km/h

Costruita in soli sei esemplari, dotati di carrozzeria ispirata a quella della P3, questa vettura fu costretta a correre nella categoria Prototipi per la ridottissima produzione. È quinta alla 12 Ore di Sebring con Bandini e Scarfiotti, seconda alla Targa Florio e alla 1000 Km del Nürburgring. A seconda dei percorsi utilizzò l’alimentazione a carburatori o a iniezione, testate a 2 o 3 valvole per cilindro e accensione singola o doppia.
 
Ferrari - Modello "330 P4-412 P" del 1967


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 77x71 mm, 3967,44 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 3 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas (6 carburatori Weber)
Potenza: 450 (420) cv a 8200 giri/min
Telaio: in tubi d’acciaio con rinforzi in lamiera
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 800 kg
Prestazioni: velocità massima 320 km/h

Massima espressione tecnica delle Ferrari Prototipo a 12 cilindri, la 330 P4 monta un 4 litri 36 valvole su una scocca evoluzione della P3. Trionfa alla 24 Ore di Daytona conquistando i primi due posti. È seconda e terza a Le Mans. Accoppiando la carrozzeria P4 al telaio P3 con il motore a 6 carburatori s’è ottenuta la 412 P, vettura per clienti sportivi. Ottiene il terzo posto a Daytona nel 1967 (tra parentesi nella scheda i dati della 412 P).
 
Ferrari - Modello "365 GT 2+2" del 1967


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 81x71 mm, 4390,35 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DF 1
Potenza: 310 cv a 6600 giri/min
Telaio: tubolare con rinforzi in lamiera
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1480 kg
Prestazioni: velocità massima 245 km/h

Coupé a elevate prestazioni che sostituisce la 330 GT 2+2, introduce importantissime novità tecniche, come il servosterzo, il condizionatore e il correttore oleopneumatico d’assetto realizzato dalla Koni per mantenere lo stesso comportamento su strada anche a pieno carico. La linea, moderna, è sottolineata dalle ampie superfici vetrate. L’abitacolo consente viaggi comodi a quattro persone. Il motore ha un funzionamento dolce e privo di vibrazioni.
 
Ferrari - Modello "DINO 166 F2" del 1967


Motore: 6 cilindri a V di 65°, posteriore centrale, 86x45,8 mm, 1596,25 cm3, monoblocco in lega leggera, compressione 11:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 3 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas
Potenza: 180 cv a 9200 giri/min
Corpo vettura: semimonoscocca
Sospensioni: ant. e post. quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco (posteriori inboard)
Peso: 425 kg
Prestazioni: velocità massima 265 km/h

Monoposto equipaggiata con un sei cilindri derivato da quello utilizzato sulla 156 di Formula 1, destinata a partecipare al campionato cadetto. Nel 1967 partecipa al solo Gran Premio di Rouen con Jonathan Williams, ritirandosi. Nel 1968, con motore 24 valvole, Tino Brambilla vince la Wuertennberg Cup a Hockenheim e Andrea De Adamich la Temporada Argentina. Viene utilizzata in competizione anche da Derek Bell e Giancarlo Baghetti.
 
Ferrari - Modello "DINO 206 GT" del 1967


Motore: 6 cilindri a V di 65°, posteriore-trasversale, 86x57 mm, 1986,6 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCNF/3
Potenza: 180 cv a 8000 giri/min
Telaio: tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco con servofreno
Peso: 850 kg
Prestazioni: velocità massima 235 km/h

Presentata al Salone di Torino del 1966 insieme con la Fiat Dino di cui riprende il motore, sia pure potenziato, dispone di telaio tubolare e carrozzeria disegnata da Pininfarina e caratterizzata da frontale piatto e tondeggiante e dal lunotto concavo. Fu prodotta in 152 esemplari, tutti con tetto rigido. Grazie alla favorevole aerodinamica poteva raggiungere i 235 km/h. Il motore è un sei cilindri due litri da 180 cv a 8000 giri/min.
 
Ferrari - Modello "368 GTB/4 E GTS/4 DAYTONA" del 1968


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 81x71 mm, 4390,3 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,3:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 40 DCN 20
Potenza: 352 cv a 7500 giri/min
Telaio: tubolare in acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1200 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

Bellissima granturismo presentata al Salone di Parigi del 1968, prodotta in versione chiusa e aperta (quest’ultima lanciata a Francoforte, nel salone del 1969 e dotata di serie di ruote a raggi) e realizzata su disegno di Pininfarina. Debutta nelle gare del 1971 ottenendo eccellenti risultati nel gruppo 4. Il muso è caratterizzato da una fascia in perspex che carena i fari e le frecce, inglobando la calandra. Per le versioni americane furono disponibili i fari retrattili.
 
Ferrari - Modello "612 CAN-AM" del 1968


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 92x78 mm, 6222,16 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas
Potenza: 620 cv a 7000 giri/min
Telaio: semimonoscocca
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilati
Peso: 700 kg
Prestazioni: velocità massima 340 km/h

Vettura costruita per partecipare alla serie americana Can-Am nel periodo 1968-71, debuttò a Monza in test privati. Montava un 12 cilindri 48 valvole di 6,2 litri pesante circa 200 chilogrammi. La carrozzeria venne più volte modificata, adottando a volte un grande alettone posteriore più o meno avanzato rispetto all’abitacolo (da dove poteva essere regolato) e grandi prese d’aria Naca sul frontale per raffreddare i radiatori. Ottenne scarsi risultati in gara.
 
Ferrari - Modello "212 E" del 1969


Motore: 12 cilindri a V di 180°, anteriore-longitudinale, 65x50 mm, 1990,9 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas
Potenza: 290 cv a 11 800 giri/min
Telaio: semimonoscocca
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti
Peso: 1200 kg
Prestazioni: velocità massima 280 km/h

“Barchetta” 2 litri realizzata per conquistare il Campionato europeo della montagna, consentì a Peter Schetty di aggiudicarsi la vittoria nelle salite di Montseny, Rossfeld, Friburgo, Mont Ventoux, Trento-Bondone, Cesana-Sestriere e Ollon-Villars. In seguito la 212 E venne acquistata dal gentleman driver Edoardo Lualdi. Montava un 12 cilindri boxer derivato dall’unità di 1,5 litri montata sulla monoposto di Formula 1 del 1965.
 
Ferrari - Modello "312 P" del 1969


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore, 77x53,5 mm, 2989,56 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas
Potenza: 430 cv a 9800 giri/min
Telaio: semimonoscocca
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti
Peso: 680 kg
Prestazioni: velocità massima 320 km/h

È l’arma della Ferrari per il Mondiale Marche 1969, dotata del 3 litri utilizzato anche in F1 e di una carrozzeria derivata dalla 612 Can-Am: le sospensioni riprendono soluzioni già viste sui precedenti prototipi. I risultati che ottiene nel ‘69 sono deludenti: solo un secondo posto alla 12 Ore di Sebring, mentre a Le Mans le tre vetture schierate si ritirano. Due esemplari schierati dalla Nart ottengono invece il quarto e il quinto posto alla 24 Ore di Daytona del 1970.
 
Ferrari - Modello "365 GTC E GTS" del 1969


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 81x71 mm, 4390,35 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 1 albero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 42 DCN
Potenza: 320 cv a 6600 giri/min
Telaio: tubolare con rinforzi in lamiera
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco con servofreno
Peso: 1350 kg
Prestazioni: velocità massima 245 km/h

Con un incremento dell’alesaggio le 330 GTC e GTS diventano 365, dotate del motore 4,4 litri in luogo del precedente 4 litri montato sul coupé e sulla spider due posti di Maranello. L’unica differenza estetica rispetto alle 330 è il posizionamento sul cofano e non ai lati dei fori delle bocchette d’aerazione. Esce di produzione anticipatamente, nel 1970, a causa delle restrittive norme antinquinamento vigenti in America, suo mercato principale.
 
Ferrari - Modello "512 S" del 1970


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore, 87x70 mm, 4993,53 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas
Potenza: 550 cv a 8500 giri/min
Telaio: semimonoscocca
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 840 kg
Prestazioni: velocità massima 340 km/h

Vettura protagonista della sola stagione 1970 nel Mondiale Marche, era dotata di un 12 cilindri di ben 5 litri di cilindrata. Dopo il successo alla 12 Ore di Sebring con il trio Giunti-Vaccarella-Andretti si deve inchinare alla superiorità della Porsche 917 che si aggiudica la 24 Ore di Le Mans e il Campionato del Mondo Marche. A seconda del tipo di gare (su percorsi misti o veloci) vennero allestite due diverse carrozzerie rispettivamente a coda corta o lunga.
 
Ferrari - Modello "DINO 246 GT E GTS" del 1970


Motore: 6 cilindri a V di 65°, posteriore-trasversale, 92,5x60 mm, 2419,20 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCNF/7
Potenza: 195 cv a 7500 giri/min
Telaio: tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno
Peso: 1080 kg
Prestazioni: velocità massima 245 km/h

Evoluzione del modello Dino 206. Viene dotata del motore 2,4 litri comune alla Fiat Dino (ma potenziato fino a raggiungere i 195 cv) e di fari carenati. Al Salone di Ginevra del 1972 viene presentata la versione spider (o meglio, targa) della 246 GT, battezzata GTS, con tettuccio asportabile in plastica, che può essere riposto in un vano dietro i sedili. Le alette parasole sono sostituite da tendine avvolgibili, come sulla Daytona Spider.
 
Ferrari - Modello "F1 312 B" del 1970


Motore: 12 cilindri a V di 180°, anteriore-longitudinale, 78,5x51,5 mm, 2991 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, canne cilindri in alluminio, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 450 cv a 12000 giri/min
Telaio: scocca autoportante con pannelli di alluminio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco outboard
Peso: 534 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

È la prima monoposto moderna mossa dal 12 cilindri boxer, avente funzione semiportante, dopo la parentesi della 512 del 1965. Tra le novità più interessanti figurano l’albero a gomiti a quattro supporti munito di giunto elastico per lo smorzamento delle vibrazioni e le valvole inclinate di 22°. Ottiene due successi iridati con Jacky Ickx (Austria e Canada) e uno con Clay Regazzoni (GP d’Italia), che concludono rispettivamente al secondo e terzo posto il Mondiale del 1970.
 
Ferrari - Modello "312 B2" del 1971


Motore: 12 cilindri a V di 180°, anteriore-longitudinale, 80x49,6 mm, 2991,8 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, canne cilindri in alluminio, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 470 cv a 12600 giri/min
Telaio: scocca autoportante in alluminio e acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 540 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Più bassa, filante e squadrata rispetto alla 312 B, la B2 si distingue anche per l’introduzione di una nuova sospensione posteriore con ammortizzatori quasi orizzontali. Il motore ha una corsa più corta per ottenere un aumento di potenza (calcolabile in una ventina di cavalli in più) e raggiungere un regime di rotazione più elevato (12600 giri/min). Vince, al debutto, il Gran Premio del Sudafrica 1971 con Andretti e quello di Germania del 1972 con Ickx.
 
Ferrari - Modello "312 PB" del 1971


Motore: 12 cilindri a V di 180°, anteriore-longitudinale, 78,5x51,5 mm, 2991,8 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas
Potenza: 450 cv a 11500 giri/min
Telaio: semimonoscocca
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti
Peso: 650 kg
Prestazioni: velocità massima 320 km/h

Dotata di un motore 3 litri, soppianta la 512 S riportando a Maranello il Mondiale Marche nel 1972. Debutta nella 9 Ore di Kyalami del 1971 (non titolata) con una vittoria, dominando poi la stagione seguente con le vittorie alla 1000 Km di Buenos Ayres, alla 6 Ore di Daytona, alla 12 Ore di Sebring, alle 1000 Km di Spa, Monza, Zeltweg e del Nürburgring, alla 6 Ore di Watkins Glen e alla Targa Florio. Nel 1973 monta il motore a corsa corta della 312 B2 F1.
 
Ferrari - Modello "365 GTC/4" del 1971


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 81x71 mm, 4390,35 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCOE
Potenza: 310 cv a 7700 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1450 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Si differenzia rispetto alla precedente 365 GTC per il motore a quattro alberi a camme in testa, con i sei carburatori all’esterno della V dei cilindri per ridurre le emissioni inquinanti. Nuovi anche il telaio e le sospensioni a quattro ruote indipendenti, nonché la carrozzeria, un coupé due posti più due di fortuna disegnata da Pininfarina e caratterizzata dal muso in poliuretano espanso con funzione di paraurti in cui sono posizionati fendinebbia e fari di profondità.
 
Ferrari - Modello "512 M" del 1971


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore, 87x70 mm, 4993,53 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Lucas
Potenza: 600 cv a 9000 giri/min
Telaio: semimonoscocca
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 800 kg
Prestazioni: velocità massima 340 km/h

Versione “evoluzione” della 512 S, caratterizzata dalla carrozzeria completamente ridisegnata, con linee più squadrate, telaio più leggero e motore da 600 cv, destinata ai piloti e alle scuderie private. Vince con Ickx-Giunti la 9 Ore di Kyalami del 1970, la Coppa Shell con Merzario, oltre ad ottenere il terzo posto alla 24 Ore di Le Mans del 1972 con Posey-Adamowicz. Una versione elaborata da Roger Penske ottiene molti successi in gare americane.
Ferrari - Modello "365 GT/4 2+2" del 1972


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 81x71 mm, 4390,35 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCOE
Potenza: 310 cv a 7700 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco auto ventilanti
Peso: 1500 kg
Prestazioni: velocità massima 245 km/h

Bel coupé tre volumi disegnato da Pininfarina e dominato dal nuovo motivo estetico della scalfatura sulla fiancata che verrà mantenuto per almeno tre lustri. Il telaio e la meccanica sono quelli della 365 GTC, mentre la filosofia ispiratrice della GT ad alte prestazioni unite a grande comfort deriva dalla 365 GT 2+2. Esce di produzione nel 1976, dopo 525 esemplari, senza aver raggiunto gli obiettivi per la mancata esportazione negli USA.
 
Ferrari - Modello "308 GT/4" del 1973


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 81x71 mm, 2926,9 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 4 carburatori Weber 40 DCNF
Potenza: 250 cv a 7700 giri/min
Telaio: tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco con servofreno
Peso: 1150 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Presentata al Salone di Parigi del 1973, è un coupé quattro posti con motore centrale, disegnato da Bertone e capace di raggiungere i 250 km/h. Il motore è un bialbero in testa a otto cilindri, mentre le sospensioni sono simili a quelle della Dino 246 GT. È la prima vettura ad adottare il ruotino di scorta. Con 2796 esemplari prodotti è una delle Ferrari più diffuse e, attualmente, è una delle vetture del Cavallino più accessibili sul mercato collezionistico.
 
Ferrari - Modello "365 GT/4 BB" del 1973


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore, 81x71 mm, 4390,35 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber 38 DCOE
Potenza: 380 cv a 7700 giri/min
Telaio: tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, servofreno
Peso: 1160 kg
Prestazioni: velocità massima 300 km/h

La “Berlinetta Boxer” è l’ultima Gran Turismo della serie 365 e la prima delle grandi sportive stradali a motore posteriore. Un prototipo viene presentato a Torino al Salone del 1971, ma la produzione comincia più di tre anni dopo. Il disegno della carrozzeria è di Pininfarina e la meccanica presenta alcune soluzioni inedite, come il cambio posto sotto il motore, accanto al carter dell’olio. Sopra il cofano posteriore, vicino al padiglione, uno spoiler aiuta a convogliare l’aria verso il motore.
 
Ferrari - Modello "F1 312 B3" del 1973


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore, 80x49,6 mm, 2991,8 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, canne cilindri in alluminio, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 485 cv a 12500 giri/min
Telaio: monoscocca autoportante in alluminio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco (posteriori inboard)
Peso: 578 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Monoposto di Formula 1 costruita in tre evoluzioni dal 1973 al 1975: la prima, opera di Mauro Forghieri, è soprannominata “Spazzaneve” per le ampie e vistose appendici aerodinamiche che però non giovarono al rendimento della 12 cilindri. Dal GP d’Austria di Zeltweg furono apportate profonde modifiche aerodinamiche, con l’adozione di un convenzionale alettone anteriore, mentre nel ‘74 debuttò la versione definitiva con il grande airscoop dietro la testa del pilota.
 
Ferrari - Modello "208 GT/4" del 1975


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 66,8x71 mm, 1990,26 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 4 carburatori Weber DCNF
Potenza: 180 cv a 7700 giri/min
Telaio: in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco con servofreno
Peso: 1150 kg
Prestazioni: velocità massima 220 km/h

Sviluppata per il mercato italiano (dove le vetture oltre i due litri sono vittime di una forte penalizzazione fiscale), è pressoché identica alla 308 GT/4, da cui differisce per il terminale di scarico unico, per l’assenza dei fendinebbia, per qualche dettaglio di carrozzeria oltre che per il motore. La cilindrata del suo otto cilindri a V è stata infatti ridotta contenendo l’alesaggio a 66,8 mm. La 208 GT/4 viene prodotta dal 1975 fino al 1980 in 840 esemplari.
 
Ferrari - Modello "308 GTB/GTS" del 1975


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 81x71 mm, 2926,9 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1 (9,2:1)
Distribuzione: bialbero, 2 valvole per cilindro (4 valvole)
Alimentazione: 4 carburatori Weber (iniezione Bosch)
Potenza: 250 cv (GTBi 214 cv; Quattrovalvole 240 cv)
Telaio: in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco con servofreno
Peso: GTB: 1320 kg, GTS: 1380 kg (1275; 1286)
Prestazioni: velocità massima 255 km/h

Debutta al Salone di Parigi 1975 la 308 GTB, berlinetta due posti dalla linea moderna e dall’interno accogliente e funzionale, dotata del motore della 308 GT/4 ma con lubrificazione a carter secco. A Francoforte 1977 appare la versione targa GTS, mentre nel 1981 fa la sua comparsa l’edizione con motore a iniezione, meno inquinante. A fine 1982 viene montato il motore a quattro valvole per cilindro della Mondial 8 (tra parentesi nella scheda i dati della 308 Quattrovalvole).
 
Ferrari - Modello "312 T F1" del 1975


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore, 80x49,6 mm, 2991,8 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, canne cilindri in alluminio, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 490 cv a 12 200 giri/min
Telaio: scocca in alluminio con traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 575 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Evoluzione estetica dell’ultima B3, monta cambio, sospensioni e scocca inediti. Il cambio trasversale migliora l’aderenza del retrotreno e obbliga l’impiego di freni outboard. I radiatori sono posti davanti alle ruote posteriori. Consente a Lauda di vincere il Mondiale 1975 con cinque successi (Monaco, Belgio, Svezia, Francia e USA) e di imporsi nelle prime tre gare del 1976 (Argentina, Brasile e Sudafrica). Con la 312 T anche Regazzoni vince un GP.
 
Ferrari - Modello "312 T2 F1" del 1976


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore, 80x49,6 mm, 2991,8 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, canne cilindri in alluminio, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 500 cv a 12 200 giri/min
Telaio: scocca in alluminio su traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, posteriori inboard
Peso: 575 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Costruita in due versioni, si differenzia dalla 312 T per l’assenza dell’airscoop, sostituito da due prese d’aria ai lati del cockpit, più piccole nell’edizione 1977 e per l’aggiunta di un roll-bar davanti al volante con funzione protettiva in caso di ribaltamento. Viene provato anche un retrotreno De Dion, senza successo. Dopo aver sfiorato il Campionato del Mondo con Lauda nel 1976, la 312 T2 si impone l’anno successivo con l’austriaco in Sudafrica, Germania e Olanda vincendo il Mondiale.
 
Ferrari - Modello "400 AUTOMATIC-GT-400I" del 1976


Motore: 12 cilindri a V di 60°, anteriore-longitudinale, 81x78 mm, 4832,16 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 6 carburatori Weber (iniezione dal ‘79)
Potenza: 340 cv a 6500 g/min (310 cv a 6500 g/min)
Telaio: tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce o aut. a 3 marce
Freni: a disco autoventilanti, servofreno
Peso: 1700 kg
Prestazioni: velocità massima 240 km/h

Evoluzione della 365 GT/4 2+2, dotata però di un V12 di 4,8 litri di cilindrata ottenuti aumentando la corsa grazie a un nuovo albero a gomiti. Esteticamente spiccano lo spoiler anteriore, i nuovi gruppi ottici posteriori e i fendinebbia, utilizzabili anche per il lampeggio diurno. Debutta con il cambio automatico; in seguito compare la versione con trasmissione manuale (GT) mentre nel 1979 fanno la loro comparsa i modelli 400 con iniezione elettronica (400i).
 
Ferrari - Modello "512 BB - BBI" del 1976


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore, 82x78 mm, 4942,1 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,2:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 4 carburatori Weber (iniezione dall’81)
Potenza: 340 cv a 6800 g/min (340 cv a 6000 g/min)
Telaio: tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, servofreno
Peso: 1580 kg
Prestazioni: velocità massima 283 km/h

Mossa da un 12 cilindri boxer di cilindrata più elevata rispetto alla prima BB (ora è un 5 litri) e con lubrificazione a carter secco, debutta al Salone di Parigi del 1976 distinguendosi dalla progenitrice per le prese d’aria Naca sulle fiancate, per lo spoiler anteriore e per la coda modificata. Partecipa in versione Gruppo 5 e IMSA alla 24 Ore di Le Mans e ad altre gare di durata senza eccellere. Nel 1981 compare il modello a iniezione elettronica.
 
Ferrari - Modello "312 T3" del 1978


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore, 80x49,6 mm, 2991,8 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, canne cilindri in alluminio, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 510 cv a 12 200 giri/min
Telaio: scocca in alluminio con traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, posteriori inboard
Peso: 580 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Profondamente evoluta in chiave aerodinamica rispetto alla T2 nelle gallerie del vento Fiat e Pininfarina, presenta modifiche consistenti anche a livello telaistico, con sospensioni rivedute in funzione delle gomme Michelin. Debutta al Gran Premio del Sudafrica del 1978, vincendo la gara successiva, il Gran Premio degli USA a Long Beach con Reutemann, che si ripete a Brands Hatch e a Watkins Glen. Gilles Villeneuve si impone invece nel Gran Premio del Canada.
 
Ferrari - Modello "312 T4" del 1979


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore, 80x49,6 mm, 2991,8 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, canne cilindri in alluminio, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 515 cv a 12300 giri/min
Telaio: scocca autoportante in alluminio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, posteriori inboard
Peso: 590 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

È la monoposto del Campionato mondiale 1979 vinto da Scheckter più per le qualità del motore che per la bontà del telaio, teso a sfruttare l’effetto suolo ma in modo meno raffinato rispetto alla concorrenza. Villeneuve si impone nelle prime due gare della stagione in Sudafrica e nel GP Usa West, ripetendosi a fine anno nel secondo Gran Premio americano, ma è Scheckter a trionfare nel Mondiale con le vittorie ottenute a Monaco, Zolder e Monza.
 
Ferrari - Modello "208 GTB" del 1980


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 66,8x71 mm, 1990,26 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 4 carburatori Weber 34 DCNF
Potenza: 155 cv a 6800 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno
Peso: 1305 kg
Prestazioni: velocità massima 215 km/h

Versione “antifisco” della 308, con cilindrata ridotta a due litri per evitare l’aliquota IVA più elevata, la 208 GTB riprende gli organi meccanici della GT/4 abbandonando però il marchio Dino. Fu commercializzata quasi esclusivamente in Italia, dove rimase in produzione fino all’inizio del 1982 quando fu soppiantata dalla versione dotata di sovralimentazione. Ne vennero costruiti complessivamente 248 esemplari.
 
Ferrari - Modello "208 GTS" del 1980


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 66,8x71 mm, 1990,26 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: 4 carburatori Weber 34 DCNF
Potenza: 155 cv a 6800 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno
Peso: 1365 kg
Prestazioni: velocità massima 215 km/h

È il corrispettivo della 308 GTS con il motore due litri, o se si preferisce l’edizione spider o targa della 208 GTB. Come dire il vento nei capelli e il Cavallino sul cofano senza suscitare le attenzioni della Guardia di Finanza. Con soli 139 esemplari prodotti e commercializzati quasi esclusivamente in Italia, è una delle meno diffuse tra le Ferrari moderne nonostante le sue innegabili qualità meccaniche e la purezza della linea disegnata da Pininfarina.
Ferrari - Modello "312 T5" del 1980


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore, 80x49,6 mm, 2991,8 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, canne cilindri in alluminio, compressione 11,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Potenza: 515 cv a 12300 giri/min
Telaio: scocca autoportante in alluminio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, posteriori inboard
Peso: 595 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Sfortunata evoluzione della T4, dotata di pance laterali più ampie per ottenere un maggiore effetto suolo e testate del motore più strette per diminuire l’ingombro trasversale. Fu protagonista di una delle peggiori stagioni della Ferrari in Formula 1: Villeneuve riuscì a ottenere sei punti e il Campione del Mondo Scheckter solo due, un magro bottino che relegò la Ferrari al decimo posto nella classifica Costruttori. Scheckter non si qualificò per il GP del Canada.
 
Ferrari - Modello "MONDIAL 8 - 8 QUATTROVALVOLE" del 1980


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 81x71 mm, 2926,9 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 8,8:1 (9,2:1 nel 1982)
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro (4)
Alimentazione: iniezione Bosch;
Potenza: 214 cv a 6600 giri/min (240 a 7000 giri/min)
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco con servofreno
Peso: 1445 kg
Prestazioni: velocità massima 230 km/h

È una vera Gran Turismo dotata di un abitacolo capace di ospitare comodamente quattro persone. Erede della Dino 308 GT4, ne riprende la filosofia costruttiva, con un design poco aggressivo caratterizzato dal passo lungo e da un’ampia e vistosa grigliatura tra la portiera e il passaruota posteriore. Nasce con l’iniezione e 214 cv, che passeranno a 240 nella versione Quattrovalvole (1982). La produzione dei due modelli ammonta rispettivamente a 494 e 1145 esemplari.
 
Ferrari - Modello "F1 126 C" del 1981


Motore: 6 cilindri a V di 120°, posteriore, 81x48,4 mm, 1496,4 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, cilindri con canne di alluminio, compressione 6,7:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas-Ferrari, 2 turbo
Potenza: 580 cv a 11 000 giri/min
Telaio: monoscocca in alluminio
Sospensioni: ant. e post. quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti
Peso: 610 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

È la prima Formula 1 Ferrari dell’era turbo. Equipaggiata con un 6 cilindri di 1500 centimetri cubi (equiparato nel regolamento ai motori aspirati di 3 litri) ebbe numerosi problemi di affidabilità nel corso della stagione, anche se il canadese Gilles Villeneuve riuscì ad aggiudicarsi sia il Gran Premio di Spagna, sia il Gran Premio di Monaco. Anche il telaio non andò esente da critiche, poiché non ne fu curato adeguatamente lo sviluppo e, perciò, non si rivelò all’altezza dei migliori.
 
Ferrari - Modello "208 GTB-GTS TURBO" del 1982


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 66,8x71 mm, 1990,26 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 7:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch K-Jetronic, turbo KKK
Potenza: 220 cv a 7000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1232 kg (GTB); 1243 (GTS)
Prestazioni: velocità massima 242 km/h

Per spremere più cavalli dal motore due litri della 208 e per sfruttare le esperienze maturate in pista con le Formula 1 turbocompresse viene realizzata un’evoluzione potenziata della otto cilindri di Maranello, che si distingue dalle versioni aspirate per lo spoiler anteriore, l’alettone sul lunotto, la grigliatura sul cofano anteriore e le prese d’aria Naca sui fianchi. L’alimentazione è a iniezione elettronica Bosch K-Jetronic con turbina KKK.
 
Ferrari - Modello "F1 126 C2" del 1982


Motore: 6 cilindri a V di 120°, posteriore, 81x48,4 mm, 1496,4 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, cilindri con canne di alluminio, compressione 6,7:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas-Ferrari, 2 turbo
Potenza: 580 cv a 11000 giri/min
Telaio: monoscocca autoportante in composito
Sospensioni: ant. e post. a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, pinze Brembo
Peso: 595 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Vince il Mondiale Costruttori l’evoluzione della 126 C, dotata di scocca in alluminio e fibra di carbonio progettata e disegnata da Harvey Postlethwaite sfruttando tecnologie di derivazione aeronautica. Il potente motore diventa anche affidabile grazie alla riduzione delle temperature d’esercizio. Gravi incidenti occorsi a Pironi e a Villeneuve (perito in Belgio), poi sostituiti da Patrick Tambay e Mario Andretti, impediscono maggiori successi.
 
Ferrari - Modello "F1 126 C3" del 1983


Motore: 6 cilindri a V di 120°, posteriore, 81x48,4 mm, 1496,4 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, cilindri con canne di alluminio, compressione 6,7:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta, 2 turbo
Potenza: 605 cv a 10500 giri/min
Telaio: scocca autoportante in fibra di carbonio e Kevlar
Sospensioni: ant. e post. a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, pinze Brembo
Peso: 595 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Debutta a metà stagione nel GP d’Inghilterra l’evoluzione della C2, dotata di telaio in materiale composito, ottenuto dalla sovrapposizione di due gusci in carbonio e Kevlar. Per rispettare il nuovo regolamento, teso ad eliminare l’effetto suolo, la vettura viene dotata di fondo piatto. L’affidabilità del propulsore viene incrementata con la riduzione del regime massimo di rotazione e con un ampio ricorso alla gestione elettronica.
 
Ferrari - Modello "MONDIAL CABRIOLET" del 1983


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 81x71 mm, 2926,9 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,2:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch K-Jetronic
Potenza: 240 cv a 7000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti con servofreno
Peso: 1490 kg
Prestazioni: velocità massima 230 km/h

È la versione decapottabile della quattro posti di Maranello, concepita per il mercato USA che assorbe quasi l’80% della produzione. Con la capote abbassata mostra una notevole eleganza, che si traduce in aggressività richiudendo il mantice di tela. Il peso aumentato di 50 chilogrammi per i necessari irrobustimenti alla carrozzeria non riduce le brillanti prestazioni offerte dal 3 litri 32 valvole. Proseguirà la carriera con motori di 3.2 e 3.4 litri.
 
Ferrari - Modello "288 GTO" del 1984


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore-centrale longitudinale, 80x71 mm, 2855,08 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 7,6:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica, 2 turbo IHI
Potenza: 400 cv a 7000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti con servofreno
Peso: 1160 kg
Prestazioni: velocità massima 306 km/h

Nata per ottenere l’omologazione nelle competizioni come Gruppo B, la moderna GTO deriva nel suo design dalla 308 GTB, da cui si distingue per i quattro fari supplementari, per le abbondanti grigliature e per lo spoiler posteriore. Il carter del cambio è a vista e il motore di 2855 centimetri cubi, che dispone di due turbocompressori IHI e intercooler Behr, eroga 400 cv. Raggiunge i 306 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi. Produzione totale: 262 esemplari.
 
Ferrari - Modello "F1 126 C4" del 1984


Motore: 6 cilindri a V di 120°, posteriore, 81x48,4 mm, 1496,4 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, cilindri con canne di alluminio, compressione 6,7:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta, 2 turbo KKK
Potenza: 660 cv a 11 000 giri/min (800 cv nelle prove)
Telaio: monoscocca in composito carbonio e Kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, pinze Brembo
Peso: 540 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Il motivo del muso a freccia inaugurato sulla C3 viene esasperato sulla sua erede, che si presenta al via della stagione al limite minimo di peso (540 kg) grazie a una serie di interventi su scocca, motore e cambio. I radiatori vengono arretrati e poi posizionati longitudinalmente, mentre le fiancate vengono allungate e la coda rastremata con una carenatura quasi completa della parte inferiore. Con la 126 C4 Alboreto si impone nel GP del Belgio.
 
Ferrari - Modello "TESTAROSSA" del 1984


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore-centrale, 82x78 mm, 4943,04 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,2:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: Iniezione Bosch K-Jetronic doppia
Potenza: 390 cv a 6300 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti con servofreno
Peso: 1506 kg
Prestazioni: velocità massima 290 km/h

L’erede della BB conserva l’architettura meccanica dell’antesignana Testa Rossa, ma con il potente 12 cilindri (ora con 48 valvole) montato posteriormente. Il disegno di Pininfarina è caratterizzato dall’ampia grigliatura laterale per raffreddare i radiatori posteriori, dai fari a scomparsa, dai gruppi ottici anteriori a sviluppo orizzontale e da quelli posteriori protetti da una grata. Debutta al Salone di Parigi del 1984 e viene prodotta in più di 1000 esemplari l’anno fino al 1991.
 
Ferrari - Modello "328 GTB-GTS" del 1985


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 83x73,6 mm, 3184,96 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch K-Jetronic
Potenza: 270 cv a 7000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno
Peso: 1263 kg (GTB), 1273 (GTS)
Prestazioni: velocità massima 263 km/h

Il restyling della 308 si concretizza in un frontale caratterizzato dai gruppi ottici in stile Testarossa, nei paracolpi in tinta vettura e in profonde modifiche all’abitacolo, con una nuova strumentazione, estesa anche alla consolle centrale. Il motore ha cilindrata e superfici radianti maggiorate, con nuovi alberi di distribuzione. La potenza sale del 12% rispetto alla 308. Il modello GTS con il tettuccio asportabile assorbe il 65% della produzione complessiva della 328.
 
Ferrari - Modello "412" del 1985


Motore: 12 cilindri a V di 60°, posteriore-centrale, 82x78 mm, 4943,04 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,6:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch K-Jetronic
Potenza: 340 cv a 6000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, servofreno, ABS
Peso: 1810 kg
Prestazioni: velocità massima 255 km/h

Evoluzione finale della 365 GT/4 divenuta poi 400, adotta un 12 cilindri con le stesse misure del boxer montato sulla BB e sulla Testarossa, montato però in posizione anteriore. Esteriormente si riconosce per i paracolpi in tinta vettura, mentre l’abitacolo è arricchito di nuovi poggiatesta e di una differente consolle centrale. È l’ultima Ferrari a motore anteriore prima del lancio della 456 GT e fu prodotta con cambio automatico e meccanico.
 
Ferrari - Modello "F1 156/85" del 1985


Motore: 6 cilindri a V di 120°, posteriore, 81x48,4 mm, 1496,4 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, cilindri con canne di alluminio trattate, compressione 7:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica, 2 turbo KKK
Potenza: 780 cv a 11 000 giri/min (950 cv in prova)
Telaio: monoscocca in composito (carbonio e Kevlar)
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, pinze Brembo
Peso: 548 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

È la monoposto con cui Michele Alboreto sfiora il Campionato mondiale che non vince per problemi di affidabilità verso la fine della stagione, dopo essersi aggiudicato i GP del Canada e di Germania. I due turbocompressori KKK sono sistemati ai lati del motore e per raffreddarli al meglio i radiatori vengono posizionati longitudinalmente per far affluire più aria agli scambiatori di calore. Inoltre la F1 156/85 può vantare l’iniezione d’acqua Emulsystem.
 
Ferrari - Modello "MONDIAL 3.2" del 1985


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 83x73,6 mm, 3184,96 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch K-Jetronic
Potenza: 270 cv a 7000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno
Peso: 1410 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Il nuovo frontale ispirato alla Testarossa e alla 328, assieme con i fascioni paracolpi in tinta vettura, oltre al motore di 3.2 litri e 270 cavalli, costituiscono le principali modifiche subite dalla quattro posti Mondial, che adotta anche nuovi gruppi ottici anteriori, paracolpi in tinta con la carrozzeria, maniglie più efficienti, cerchi ruota più semplici ed eleganti. Con queste innovazioni il coupé Mondial avrebbe avuto successo sui mercati di tutto il mondo.
 
Ferrari - Modello "MONDIAL 3.2 CABRIOLET" del 1985


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 83x73,6 mm, 3184,96 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 9,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch K-Jetronic
Potenza: 270 cv a 7000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno
Peso: 1400 kg
Prestazioni: velocità massima 250 km/h

Nello stesso anno del coupé viene presentata la versione cabriolet della rinnovata Mondial, ora con motore 3.2 litri. Tra le modifiche di rilievo, una che interessa particolarmente la versione a carrozzeria scoperta: un nuovo impianto di climatizzazione che rileva la temperatura esterna e mantiene costante quella interna. Più eleganti e funzionali anche gli interni, ora decisamente più confortevoli, in modo da trasformare un cabriolet in un’auto usabile tutto l’anno.
 
Ferrari - Modello "F1/86" del 1986


Motore: 6 cilindri a V di 120°, posteriore, 81x48,4 mm, 1496,4 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, cilindri con canne di alluminio trattate, compressione 7,5:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica-digitale, 2 turbo
Potenza: 850 cv a 11 500 giri/min (950 cv in prova)
Telaio: monoscocca in composito di carbonio e Kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco in carbonio autoventilanti, pinze a 4 pistoni
Peso: 548 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Molto più bassa (92 cm contro 108) rispetto alla 156/85, questa monoposto presenta grandi novità, come il telaio monoscocca in materiali compositi, il roll bar incorporato nella struttura da cui parte il cupolone posteriore che disegna una coda molto aerodinamica, dominata da un grande alettone posteriore. La potenza, nella versione “evoluzione” schierata dal Gran Premio del Belgio, supera i 1000 cavalli in qualifica.
 
Ferrari - Modello "GTB TURBO" del 1986


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 66,8x71 mm, 1990,26 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 7,5:1
Distribuzione: bialbero in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch, turbo IHI e intercooler
Potenza: 254 cv a 6500 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1265 kg
Prestazioni: velocità massima 253 km/h

Evoluzione del modello 208 Turbo con gli stessi aggiornamenti di carrozzeria e interni che hanno interessato la 328, da cui si distingue per le prese d’aria Naca davanti ai passaruota posteriori, monta un’edizione ulteriormente potenziata del 2 litri sovralimentato e ora dotato anche di intercooler per il raffreddamento del turbo. Le sue prestazioni, che non erano molto dissimili da quelle della 328, le valsero in Italia un lusinghiero successo commerciale.
Ferrari - Modello "GTS TURBO" del 1986


Motore: 8 cilindri a V di 90°, centrale-trasversale, 66,8x71 mm, 1990,26 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 7,5:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 2 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch, turbo IHI e intercooler
Potenza: 254 cv a 6500 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco
Peso: 1275 kg
Prestazioni: velocità massima 253 km/h

Insieme con la berlinetta GTB Turbo venne presentata anche la versione a tettuccio smontabile GTS Turbo. Come sulla GTB, la GTS è innovativa soprattutto nel motore. Grazie al nuovo disegno di collettori di scarico e pistoni, e nonostante l’adozione della sovralimentazione, l’usabilità del motore si rivela sorprendente rispetto alla 208 Turbo: potenza e coppia vengono incrementate rispettivamente del 16% e del 37% (a 6500 giri/minuto contro 7000).
 
Ferrari - Modello "F1/87" del 1987


Motore: 6 cilindri a V di 90°, posteriore, 81x48,4 mm, 1496,4 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 8:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica-digitale, 2 turbo
Potenza: 880 cv a 11 500 g/m ( 950 cv in prova)
Telaio: monoscocca in carbonio e kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce + RM
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 542 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Disegnata da Gustav Brunner e sviluppata da John Barnard, la monoposto del 1987 si distingue per la ridotta sezione frontale, con musetto molto rastremato, e per il ritorno all’effetto suolo. Anche il cambio longitudinale transaxle è ripristinato. Grazie alle ottime prestazioni del motore turbo 6 cilindri, con la “V” tra le bancate di cilindri ridotta da 120 a 90 gradi e la pressione di sovralimentazione portata a 4 bar, Gerhard Berger vince i GP del Giappone e d’Australia.
 
Ferrari - Modello "F40" del 1987


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale-longitudinale, 82x69,5 mm, 2936 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 7,8:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica, 2 turbo e intercooler
Potenza: 478 cv a 7000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio con elementi in carbonio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, servofreno
Peso: 1100 kg
Prestazioni: velocità massima 324 km/h

Nata dalla volontà di creare una vettura stradale di prestazioni superlative ottenute applicando alla produzione di serie la tecnologia delle corse d’auto, la F40 è caratterizzata da un’aerodinamica esasperata, con un vistoso alettone posteriore e ampie prese d’aria laterali. È l’auto di serie più veloce del mondo, all’epoca. Monta un motore 8 cilindri biturbo da 478 cavalli e le sospensioni sono regolabili su tre posizioni per una migliore tenuta di strada.
Ferrari - Modello "F1-87/88" del 1988


Motore: 6 cilindri a V di 90°, posteriore, 81x48,4 mm, 1496,4 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 10:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica-digitale, 2 turbo
Potenza: 620 cv a 12 000 g/m (630 cv in prova)
Telaio: monoscocca in carbonio e kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce + RM
Freni: a disco in carbonio autoventilanti, pinze Brembo a 4 pistoncini
Peso: 542 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

È l’ultima Formula 1 dell’era turbo, ma le sue prestazioni risentono della nuova regolamentazione tecnica che riduce la pressione massima di sovralimentazione (2,5 bar), la capacità del serbatoio (150 litri) e conseguentemente la potenza. In tutta la stagione s’impone soltanto nel Gran Premio d’Italia (primo Gerhard Berger, secondo Michele Alboreto), concludendo il Mondiale Costruttori al secondo posto dietro la McLaren, che vince 15 GP su 16.
 
Ferrari - Modello "348 TB" del 1989


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale-longitudinale, 85x75 mm, 3405 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,4:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica Bosch
Potenza: 300 cv a 7200 giri/min
Telaio: scocca in acciaio con telaio posteriore tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno; ABS
Peso: 1393 kg
Prestazioni: velocità massima 275 km/h

Debutta al Salone di Francoforte 1989 l’erede della generazione 208-308-328, le Ferrari più vendute di sempre. Il design di Pininfarina punta su linee compatte e aerodinamiche, con le fiancate caratterizzate dalle griglie di raffreddamento del motore (che è un 8 cilindri di 3405 centimetri cubi) nello stile della Testarossa. La 348 TB nasce per diventare un successo di vendite come le vetture che l’hanno preceduta, ma non riuscirà completamente nello scopo.
 
Ferrari - Modello "348 TS" del 1989


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale-longitudinale, 85x75 mm, 3405 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,4:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica Bosch
Potenza: 300 cv a 7200 giri/min
Telaio: scocca in acciaio con telaio posteriore tubolare
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno; ABS
Peso: 1393 kg
Prestazioni: velocità massima 275 km/h

Insieme con la berlinetta TB, nel 1989 viene presentata anche la versione con carrozzeria tipo targa, cioè con il tettuccio asportabile. La meccanica è identica alla versione berlinetta, derivata dalla Mondial T: motore 8 cilindri posteriore e cambio trasversale. Più economica rispetto alle precedenti V8, la 348 TS convinceva però poco dal punto di vista della guida, anche se l’impianto d’iniezione elettronica tedesco Bosch garantiva una grande usabilità e buone prestazioni.
 
Ferrari - Modello "F1/89" del 1989


Motore: 12 cilindri a V di 65°, posteriore, 84x52,6 mm, 3497,96 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 11,5:1
Distribuzione: bialbero in testa, 5 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica-digitale
Potenza: 600 cv a 12 500 giri/min
Telaio: monoscocca in materiali compositi
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 7 marce semiautomatico
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 505 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Il ritorno ai motori aspirati porta alla realizzazione di questa monoposto dotata di un 12 cilindri a V di 65° di 3500 centimetri cubi, con testate a 5 valvole per cilindro e cambio semiautomatico a 7 rapporti. Il musetto abbassato e un’ottima aerodinamica erano le caratteristiche salienti di quest’auto, che ottenne tre vittorie: due con Mansell (Brasile e Ungheria) e una con Berger (Portogallo). Problemi elettrici dovuti alla complessità dei servocomandi impedirono risultati migliori.
 
Ferrari - Modello "MONDIAL T" del 1989


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale-longitudinale, 85x75 mm, 3405 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,4:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica Bosch
Potenza: 300 cv a 7200 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indip., a controllo elettronico
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno; ABS
Peso: 1426 kg
Prestazioni: velocità massima 255 km/h

Il cambio trasversale (con frizione esterna), l’abitacolo completamente riveduto e la griglia di ventilazione sui parafanghi posteriori di forma rettangolare sono gli elementi distintivi della Mondial terza serie, assieme al nuovo motore di 3405 centimetri cubi collocato longitudinalmente e abbassato di ben 13 centimetri. Le sospensioni sono regolabili su 3 posizioni in funzione del tipo di percorso affrontato e delle caratteristiche di guida del pilota.
 
Ferrari - Modello "MONDIAL T CABRIOLET" del 1989


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale-longitudinale, 85x75 mm, 3405 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,4:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica Bosch
Potenza: 300 cv a 7200 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indip., a controllo elettronico
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno; ABS
Peso: 1468 kg
Prestazioni: velocità massima 255 km/h

La versione scoperta della quattro posti di Maranello adotta gli stessi aggiornamenti di carrozzeria (marginali) e di meccanica (motore e cambio trasversali, con frizione esterna a sbalzo derivata dall’esperienza nelle corse) introdotti sul coupé. Migliorate sono quindi ora l’abitabilità e la strumentazione, che adotta un disegno di tipo più sportivo, consono alle superiori prestazioni raggiunte con questa evoluzione della intramontabile linea della Mondial.
 
Ferrari - Modello "F1 641" del 1990


Motore: 12 cilindri a V di 65°, posteriore, 84x52,6 mm, 3497,96 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 11,9:1
Distribuzione: bialbero in testa, 5 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica-digitale
Potenza: 665 cv a 13200 giri/min
Telaio: monoscocca in composito carbonio e Kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 7 marce + RM semiautomatico a controllo elettronico
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 505 kg

È la monoposto che permette ad Alain Prost di sfiorare il Campionato mondiale, perso soltanto per l’incidente di Suzuka con Ayrton Senna. Sei vittorie (cinque con il francese, una con Mansell) sono il bottino della creatura del tecnico inglese John Barnard, più volte migliorata nell’aerodinamica e nel motore, che nella versione 037 (a corsa ridotta e fortemente alleggerito) supera la soglia dei 700 cv. L’aerodinamica è stata curata dallo specialista argentino Enrique Scalabroni.
 
Ferrari - Modello "642/643" del 1991


Motore: 12 cilindri a V di 65°, posteriore, 86x50,2 mm, 3499,2 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: bialbero in testa, 5 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica
Potenza: 710 cv a 13800 giri/min
Telaio: monoscocca in composito in carbonio e Kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 7 marce semiautomatico
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 505 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Progettata da Steve Nichols, è un’evoluzione della 641 di Barnard, più raffinata aerodinamicamente, con il musetto “a papera”, i prolungamenti delle paratie laterali degli spoiler anteriori e il posteriore molto rastremato, tipo bottiglia di Coca Cola, come veniva chiamato nell’ambiente del Mondiale di F1. Il rendimento scadente, dovuto anche a gravi problemi di motricità, porterà alla sostituzione di Alain Prost con Gianni Morbidelli dopo il licenziamento del francese.
 
Ferrari - Modello "456 GT" del 1992


Motore: 12 cilindri a V di 65°, anteriore-longitudinale, 88x75 mm, 5473,9 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,6:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch Motronic 2.7
Potenza: 442 cv a 6250 giri/min
Telaio: tubolare in acciaio
Sospensioni: a controllo elettronico, indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce
Freni: a disco autoventilanti, servofreno, ABS
Peso: 1690 kg
Prestazioni: velocità massima oltre 300 km/h

Debutta il 24 settembre 1992 al Salone di Bruxelles la nuova 2+2 di Maranello, con un 12 cilindri totalmente nuovo e un elegantissimo disegno di Pininfarina, che concede all’aerodinamica solo uno spoiler mobile nella parte inferiore della coda. Comoda anche per quattro persone e dotata di un bagagliaio capiente, è la prima Ferrari a poter montare l’airbag. I 442 cv erogati dal suo motore sono un record per i propulsori aspirati nati sotto il segno del Cavallino rampante.
 
Ferrari - Modello "512 TR" del 1992


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore-centrale, 82x78 mm, 4943,04 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch Motronic 2.7
Potenza: 428 cv a 6750 giri/min
Telaio: struttura portante in acciaio a elementi tubolari
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti
Peso: 1473 kg
Prestazioni: velocità massima 313 km/h

Evoluzione del modello Testarossa, presentata al Salone di Los Angeles del gennaio 1992, caratterizzata da frontale ispirato alle 348 e cerchi di nuovo disegno, con le cinque razze più sottili. Numerose modifiche di dettaglio al motore consentono di ottenere un notevole incremento di potenza e delle prestazioni. Il telaio è irrigidito, lo sterzo è più diretto e le sospensioni hanno una nuova geometria: migliora così la guidabilità, anche senza la presenza di servosterzo e ABS.
 
Ferrari - Modello "F1 F92A" del 1992


Motore: 12 cilindri a V di 65°, posteriore, 88x47,9 mm, 3496 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: bialbero in testa, 5 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica
Potenza: 740 cv a 14700 giri/min
Telaio: monoscocca in composito in carbonio e Kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce semiautomatico
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 505 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Progettata congiuntamente da Nichols e Migeot, la monoposto del 1992 ha scocca irrigidita, musetto rialzato con spoiler sostenuto da due puntoni, fondo piatto staccato dalla scocca, sospensione posteriore monoammortizzatore e motore a corsa ridotta. Al Gran Premio del Belgio debutta la versione con cambio trasversale F92A/T. Modesti i risultati ottenuti da Jean Alesi e Ivan Capelli, poi sostituito da Nicola Larini, ma sono gli anni del dominio Williams.
 
Ferrari - Modello "348 SPIDER" del 1993


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale-longitudinale, 85x75 mm, 3405 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,4:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica Bosch
Potenza: 300 (320) cv a 7200 giri/min
Telaio: struttura portante in acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno; ABS
Peso: 1370 kg
Prestazioni: velocità massima 275 km/h

La vera spider derivata dalla 348 (la 348 TS è una “targa”) viene presentata a Beverly Hills nel febbraio del 1993, di fronte al suo pubblico di riferimento, quello statunitense. Il taglio della parte superiore della carrozzeria è ben riuscito e dona nuovo slancio alla vettura che sarà prodotta sino a fine anno e venduta allo stesso prezzo della 348 TS, di cui riprende la meccanica. Nell’autunno dello stesso anno esordisce la versione potenziata a 320 cv, come per le 348 TB e TS.
 
Ferrari - Modello "F93 A" del 1993


Motore: 12 cilindri a V di 65°, posteriore, 84x52,6 mm, 3497,96 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: bialbero, 5 (poi 4) valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica
Potenza: 730 /750 cv a 14700 giri/min
Telaio: monoscocca in composito in carbonio e Kevlar
Sospensioni: indipendenti a gestione elettronica
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce semiautomatico
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 505 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Presentata alla stampa il 23 dicembre 1992 e definita monoposto di transizione dopo i deludenti risultati delle precedenti stagioni, la F93 A si distingue per la livrea bianco-rossa in onore dello sponsor Marlboro e per l’aerodinamica semplificata, con pance laterali più larghe. Nel corso dell’anno appaiono modifiche alle appendici alari, oltre al ritorno alle 4 valvole per cilindro dal GP di Germania. È la prima e unica Ferrari Formula 1 con le sospensioni attive.
 
Ferrari - Modello "F1 412 T1" del 1994


Motore: 12 cilindri a V di 65° (75° dal G.P. di San Marino), posteriore, 84x52,6 mm, 3497,96 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica Magneti Marelli
Potenza: 780 (800) cv a 15 000 giri/min
Telaio: monoscocca in carbonio e Kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce semiautomatico
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 505 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Progettata da John Barnard dopo il suo ritorno, questa monoposto ha linee raffinate e innovative e segna il ritorno alle sospensioni convenzionali, visto il divieto di utilizzare quelle elettroniche. Il cambio trasversale è in lamiera scatolata, per ottenere minori ingombri e maggiore rigidità. Problemi di surriscaldamento obbligheranno a modificare le fiancate, portando alla nascita della 412 T1/B, con cui Berger vincerà il Gran Premio di Germania.
 
Ferrari - Modello "F333 SP" del 1994


Motore: 12 cilindri a V di 65°, centrale-posteriore, 85x58,7 mm, 3997 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 13:1
Distribuzione: bialbero in testa, 5 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica-digitale
Potenza: 650 cv a 11 500 giri/min
Telaio: portante in composito di carbonio e alluminio
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio sequenziale a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti
Peso: 860 kg
Prestazioni: velocità massima 368 km/h

È la vettura con cui Ferrari torna alle gare americane, dopo vent’anni d’assenza. Carrozzeria biposto aperta in fibra di carbonio e Nomex con pannelli a sganciamento rapido per l’accesso alla meccanica, motore aspirato 12 cilindri 60 valvole di 4 litri con oltre 600 cv sono le caratteristiche salienti di questo modello, venduto a pochi clienti sportivi (assistiti semiufficialmente dalla Casa madre) a circa 500 000 dollari USA. Trionfa nel Campionato IMSA.
 
Ferrari - Modello "F355 BERLINETTA - GTS" del 1994


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale-longitudinale, 85x77 mm, 3496 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11:1
Distribuzione: bialbero in testa, 5 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica Bosch Motronic 2.7
Potenza: 380 cv a 8250 giri/min
Telaio: struttura portante in acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno; ABS
Peso: 1350 kg
Prestazioni: velocità massima 295 km/h

Evoluzione in chiave sportiva della 348, con carrozzeria più aggressiva ma sempre molto elegante e motore a 5 valvole per cilindro. L’aerodinamica vede l’introduzione del fondo piatto, che insieme con i cerchi da 18 pollici e la nuova geometria delle sospensioni (a controllo elettronico), migliora la tenuta di strada ad alta velocità. Il cambio è a 6 marce, c’è il servosterzo e, per chi lo desidera, sono disponibili i sedili racing. Nel 1995 debutta la Spider.
 
Ferrari - Modello "F512 M" del 1994


Motore: 12 cilindri a V di 180°, posteriore-centrale, 82x78 mm, 4943,04 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,4:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione Bosch Motronic 2.7
Potenza: 440 cv a 6750 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 5 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, ABS
Peso: 1455 kg
Prestazioni: velocità massima 315 km/h

Estrema evoluzione della Testarossa, con un nuovo frontale privo dei fari a scomparsa, gruppi ottici posteriori circolari doppi come su tutta la gamma del Cavallino e nuovi cerchi: l’insieme appare un po’ appesantito rispetto al modello base di dieci anni prima, ma anche più grintoso. Il motore è potenziato e alleggerito, l’abitacolo è più confortevole e sono disponibili a richiesta sedili racing. I freni sono dotati di ABS, ma non c’è il servosterzo.
 
Ferrari - Modello "F1 412 T2" del 1995


Motore: 12 cilindri a V di 75°, posteriore, 2997,343 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 12,8:1
Distribuzione: 2 alberi in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione, condotti a geometria variabile
Potenza: 600 cv a 17000 giri/min
Telaio: monoscocca in fibre di carbonio e Kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce semiautomatico
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 505 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

Si torna - per un nuovo cambio del regolamento - ai motori 3 litri e la Ferrari presenta l’ultima edizione del suo V12, ridotto nelle misure e nella potenza (600 cv) e posizionato 10 cm più verso il centro della monoposto. L’aerodinamica è di tipo tradizionale, dopo gli insuccessi precedenti, e la frizione viene portata al volante per consentire ai piloti di frenare con il piede sinistro. La 412 T2 vince con Jean Alesi il Gran Premio del Canada, a Montreal.
 
Ferrari - Modello "F355 SPIDER" del 1995


Motore: 8 cilindri a V di 90°, posteriore centrale-longitudinale, 85x77 mm, 3496 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 11:1
Distribuzione: bialbero in testa, 5 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione elettronica Bosch Motronic 2.7
Potenza: 380 cv a 8250 giri/min
Telaio: struttura portante in acciaio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno; ABS
Peso: 1350 kg
Prestazioni: velocità massima 295 km/h

Elegante quanto aggressiva e ultrapotente, l’erede della 348 Spider è più veloce, più confortevole e ancor più incollata alla strada del modello che sostituisce. La novità principale è data dalla capote ad azionamento elettrico, mentre il doppio airbag è di serie. Non sono invece disponibili i sedili sportivi. Il peso, nonostante i numerosi interventi di irrobustimento strutturale, è miracolosamente invariato rispetto alle F355 Berlinetta e GTS.
 
Ferrari - Modello "F50" del 1995


Motore: 12 cilindri a V di 65°, posteriore-centrale, 85x69 mm, 4700 cm3, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, compressione 11,3:1
Distribuzione: bialbero in testa, 5 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione, condotti a geometria variabile
Potenza: 520 cv a 8000 giri/min
Telaio: struttura portante in fibra di carbonio
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti
Peso: 1230 kg
Prestazioni: velocità massima oltre 325 km/h

Potrebbe benissimo essere presentata come una Formula 1 stradale, disponibile con carrozzeria coupé o spider: offre il massimo delle prestazioni per una vettura di serie utilizzando la tecnologia e l’aerodinamica di un’auto da corsa. Con una potenza superiore ai 500 cv, sospensioni con sistema push-rod derivato dalla F1, sedili racing in carbonio, è senza dubbio la più sportiva delle vetture di serie e rinuncia volutamente a servosterzo, servofreno e ABS.
 
Ferrari - Modello "F1 F310" del 1996


Motore: 10 cilindri a V di 75°, posteriore, 90x47,2 mm, 2997,343 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 12,8:1
Distribuzione: bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione, condotti a geometria variabile
Potenza: 700 cv a 16 000 giri/min
Telaio: monoscocca in composito di carbonio e Kevlar
Sospensioni: a quadrilateri deformabili
Trazione: posteriore, cambio 6 e 7marce semiautomatico
Freni: a disco in carbonio autoventilanti
Peso: 505 kg
Prestazioni: velocità massima a seconda dei rapporti

È la prima Ferrari della storia con il motore a dieci cilindri (soluzione tecnica preferita all’epoca in F1). Progettata da John Barnard, è portata al successo in tre occasioni da Michael Schumacher: sotto la pioggia nel GP di Spagna, con la prima versione a muso basso, poi a Spa e a Monza nell’evoluzione a muso alto voluta dal pilota tedesco, infine terzo nel Mondiale Piloti. La Ferrari conclude la stagione 1996 in seconda posizione nella classifica Costruttori.
 
Ferrari - Modello "F550 MARANELLO" del 1996


Motore: 12 cilindri a V di 65°, anteriore-longitudinale, 88x75 mm, 5474 cm3, monoblocco e testata in lega leggera, compressione 10,8:1
Distribuzione: 4 alberi a camme per testata, 48 valvole
Alimentazione: iniezione elettronica Bosch Motronic 5.2
Potenza: 485 cv a 7000 giri/min
Telaio: traliccio in tubi d’acciaio con carrozzeria saldata
Sospensioni: a ruote indipendenti
Trazione: posteriore, cambio a 6 marce + RM
Freni: a disco autoventilanti, con servofreno; ABS
Peso: 1690 kg
Prestazioni: velocità massima 320 km/h

Berlinetta sportiva “estrema” in quanto a prestazioni, ma creata per poter essere utilizzata quasi quotidianamente. Grande comfort, tenuta di strada esaltante quanto sicura, raffinatezza ed eleganza nel design e nella scelta dei materiali, con qualche particolare retrò come le valigie fissate con delle cinghie sul ripiano posteriore. La scelta del motore V12 anteriore con trazione posteriore e alcuni dettagli estetici la fanno definire come l’erede della Daytona.