Denis Jenkinson e Moss
Moss &
Jenkinson coppia da record
Sir
Stirling Moss: una vita di corsa
La sua carriera è durata 15 anni, durante i quali ha partecipato a 416 gare
arrivando fra i primi quattro in 307 occasioni. Ha vinto 194 corse, arrivando
primo in 16 Gran Premi su 66 partenze per la Mercedes-Benz e altri costruttori
fra il 1955 e il 1961. Nonostante ciò, Sir Stirling Moss non è mai diventato
campione del mondo.
Moss era figlio di un dentista del West End londinese, e crebbe circondato da
cavalli nel senso più letterale del termine, poiché la sua famiglia praticava
sport equestri. Tuttavia, il sedicenne Stirling investì il denaro vinto nei
concorsi ippici non in un cavallo, bensì in un’auto da corsa. Nonostante suo
padre Alfred fosse stato un pilota da corsa dilettante e fosse arrivato 16°
nella 500 miglia di Indianapolis nel 1924, decise di togliere l’auto al figlio e
di regalargli una bicicletta; uno scambio decisamente svantaggioso per il
giovane aspirante pilota.
Nel 1953 l’ambizioso Moss bussò alla porta di Alfred Neubauer, direttore della
Divisione Corse Mercedes, che però gli consigliò di fare più esperienza nei Gran
Premi. Questa risposta portò Moss a firmare per la Maserati nel 1954. Il suo
momento arrivò in occasione del Gran Premio d’Italia a Monza, quando lasciò
tutti gli altri dietro di sé. Moss fu fermato solo dalla rottura di un tubo
dell’olio, e dovette regalare la vittoria alla Mercedes-Benz di Juan Manuel
Fangio. La sua prestazione, però, gli aprì le porte di Untertürkheim. Il suo
contratto come pilota Mercedes andava dal 1° gennaio al 12 dicembre 1955. Ora il
team Mercedes era formato da due stranieri: l’argentino Fangio e il talento
inglese Moss.
La Mille Miglia del 1955 è universalmente considerata una delle più grandi gare
di tutti i tempi. Con il numero 722, assegnato in base all’ora di partenza,
appunto le 7 e 22 di domenica 1° maggio 1955, Stirling Moss e il navigatore
Denis Jenkinson si presentarono sulla linea di partenza a Brescia sulla loro
auto da corsa Mercedes-Benz 300 SLR. Alle 17 e 29, esattamente dopo dieci ore,
sette minuti e 48 secondi, tagliavano il traguardo, dopo aver coperto i 1.600
chilometri del percorso a una media di 157,65 km/h, una velocità mai più
eguagliata.
Anche se Stirling Moss non riuscì mai a diventare campione del mondo di Formula
1, più volte arrivò a un passo dall’esserlo. Per quattro volte di fila, dal 1955
al 1958, si classificò secondo; tre volte dietro Fangio, e una volta, nel 1958,
dietro il connazionale Mike Hawthorn di un solo punto.
Denis Jenkinson: il pilota scrittore
Una
ed una sola volta Denis Jenkinson fu visto senza la barba. Fu nel 1970, quando
Jochen Rindt divenne campione del mondo di Formula 1 e Jenkinson perse la
scommessa, secondo la quale Rindt non sarebbe mai diventato campione. La barba
fu tagliata, ma lui non cambiò. Nato nella campagna inglese, Denis Jenkinson,
conosciuto da tutti come “Jenks”, originariamente era ingegnere, ma nel 1946
iniziò a scrivere per varie riviste britanniche di automobilismo quali “Motor
Sport” e “Autosport”.
Il primo viaggio come giornalista avvenne con una vecchia Fiat 1500, con tutta
la biblioteca sportiva sul sedile posteriore. Tuttavia presto la macchina per
scrivere non gli bastò più. “Guidava qualsiasi cosa avesse le ruote, e la
guidava il più velocemente possibile,” ricorda un testimone. Iniziò sulle
motociclette ottenendo un notevole successo, tanto che nel 1949 Jenks divenne
campione del mondo di sidecar come navigatore di Eric Oliver.
Nel 1955 riuscì a realizzare il suo sogno: sarebbe stato il navigatore di
Stirling Moss sull’auto da corsa Mercedes-Benz 300 SLR numero 722. Il merito
della grandiosa vittoria nella Mille Miglia del 1955 con il tempo record di
dieci ore, sette minuti e 48 secondi deve essere riconosciuto anche al piccolo
uomo con la barba. Jenks rimase leale al suo pilota Stirling Moss, e dopo quella
memorabile prima vittoria portò a termine altre due Mille Miglia come navigatore
di Moss. A seguito del ritiro della Daimler-Benz dal mondo delle corse nel 1955,
la vittoriosa coppia gareggiò nella “1000 miglia” italiana per la Maserati in
altre due occasioni, una delle quali fu l’ultima edizione della corsa nel 1957.
Jenks visse da eremita nella sua casa ammobiliata semplicemente, in effetti più
simile a un’officina, dando poca o scarsa importanza alle apparenze. “Perché
quaranta?” borbottò meravigliato Jenks a Goodwood nel 1995, durante i
festeggiamenti per il 40° anniversario della famosa vittoria alla Mille Miglia.
“Se non vogliamo aspettare il centenario, aspettiamo almeno il 50°
anniversario.” Che, purtroppo, Denis Jenkinson non avrebbe mai visto. Dopo la
sua morte nel novembre 1996, il grande Stirling Moss scrisse del suo ex
navigatore: “L’automobilismo ha perso una persona molto speciale.”