Il diorama riproduce uno spaccato del circuito delle Madonie, tra
Caltavuturo (28° km) e Polizzi (38° km),
passando da Scillato. Le vetture in questa zona del
circuito, incominciano ad incontrare le prime colline delle Madonie,
toccando la massima altezza dal livello del mare a Caltavuturo (600 mt),
per scendere poi a Scillato (250 mt s/m) in 8 km di discese e risalire
ancora fino a 570 mt s/m di Polizzi in 2 soli chilometri.
La scena rappresentata è la radiografia della vita che accompagnava la
Targa fin dalla sua prima edizione del 1906, passando attraverso i tipici
paesi collinari. Gente di Sicilia, gente calorosa, pronta a fare festa al
passaggio delle vetture, in special modo quando a transitare era un idolo
locale. Un esempio su tutti: Nino Vaccarella. Il "preside volante" nella
51a Targa Florio (1967), ebbe un incidente che ne
compromise definitivamente la gara: toccò un marciapiede con il cerchione
posteriore destro della sua P4 e lo piegò.
Stop. Fine della corsa. Quando a Cerda seppero dell'accaduto, qualcuno
malignò che la colpa era da attribuirsi soltanto a Nino e alla sua voglia
di rispondere ai saluti del pubblico che faceva festa al suo passaggio in
ogni anfratto del circuito. Il diorama fotografa le tortuose stradine
siciliane; la Ferrari 330 P3 di Nino Vaccarella e Lorenzo
Bandini è inseguita dall'Alfa Romeo TZ di Bianchi -
Businello e dalla Dino 206S di Ludovico Scarfiotti - Mike
Parkes, mentre passano in mezzo alla gente accorsa da ogni angolo della
Sicilia per vedere la gara e fare festa ai piloti. Tutto si svolge in
mezzo al pubblico e per il pubblico, che ha sempre fatto sentire la sua
presenza ad ogni edizione della Targa.
Ogni angolo era ottimale per vedere la corsa: balconi, terrazzi,
terrapieni, strada e prati si riempivano di pubblico a rischio della loro
stessa incolumità, oltre a quella dei piloti. Animali, benchè ci fosse il
divieto di lasciarli liberi durante la gara, gironzolavano allegramente da
una parte all'altra della strada, creando un certo scompiglio all'arrivo
delle vetture. Ma il fascino della Targa era unico. Il diorama è stato
realizzato usando materiali "poveri" quali: il polistirolo, la creta, il
cartone e l'allumino, cercando di riportare fedelmente la vetustità dei
fabbricati dell'epoca, oltre alla bellezza del paesaggio siciliano.
Dimensioni: 70 x 45 x 35 centimetri. |