I protagonisti delle corse d’auto sono senz’altro i piloti che, se bravi, con le loro prestazioni nobilitano le gare ed infiammano di entusiasmo gli sportivi. Non sono da meno i costruttori, senza i quali non si avrebbero quei gioielli di meccanica che, se ben fatti,  consentono ai piloti di primeggiare e vincere. Ma i professionisti che ci consentono a distanza di un secolo di ammirare e leggere le gesta di questi pionieri dell’automobilismo sportivo sono i fotografi ed i giornalisti. Senza la sapienza dei loro scatti e dei loro scritti non sapremmo nulla di imprese diventate leggenda ed eroismi di ogni genere. Un omaggio ed un ringraziamento vanno anche a loro. Hanno immortalato e descritto pagine di automobilismo sportivo che rimangono nella storia e danno un senso all’evoluzione ed alla storia dell’automobile. Fra i giornalisti due da citare assolutamente sono Giovanni Canestrini, autore di quello spaccato di automobilismo sportivo che è il libro “La Favolosa Targa Florio” e Denis Jenkinson, innamorato della Sicilia e della targa Florio in particolare, campione del mondo sidecar col pilota Eric Oliver e copilota di Moss sulla Mercedes nella vittoriosa Mille Miglia del 1955. Dal 1921 al 1997 ha scritto innumerevoli articoli per la rivista Motorsport e libri di grande successo sulle corse in particolare sulle vetture Frazer Nash,  Jaguar E-type, Formula Uno da 2,5 litri, Maserati e soprattutto  Porsche, inoltre ha scritto una splendida biografia su Juan Manuel Fangio.  Un altro che ha legato il proprio nome a quello della Targa Florio è il giornalista Vincenzo Gargotta, per molti anni fido collaboratore di Vincenzo Florio con il ruolo importante di addeto stampa della manifestazione motoristica. Tra i fotografi ne va citato uno su tutti, Renèe Meurisse l’antesignano del prototipo di fotografo di automobilismo sportivo, uno dei primi in assoluto, ad inizio secolo, a raccontare con i propri scatti quell’acerbo mondo dei motori.