Targa Florio 1955

 

Nel 1955 la Targa Florio venne ammessa nel calendario internazionale quale prova valida per il Campionato Mondiale Sport avviato nel 1952 e fin qui dominato dalla Ferrari. La Targa così divenne mondiale, fino ad allora il richiamo per i concorrenti era costituito dal fascino di questa storica e prestigiosa corsa e per il risvolto economico, ma ora si aggiungeva anche il crisma della titolarietà sportiva mondiale che avrebbe favorito la partecipazione qualificata delle case ufficiali impegnate nel campionato e dei loro migliori piloti. La Mercedes metteva in campo le formidabili stelle argentate 300 SLR che stavano dominando il campionato affidate a Fangio - Kling, Moss - Collins e Titterington - Fitch. La Casa di Maranello affidava le sue 750 Monza e 857 S 4 cilindri a Maglioli - Sighinolfi, Castellotti - Manzon, affiancate da un gruppo di piloti privati tra cui Mularon - Shelby, Piotti - Cornacchia, Bordonaro - Anselmi e in fine con una due litri la 500 Mondial affidata a Pucci - Cortese. La Maserati si schierava con la coppia Musso - Villoresi, sostenuta da un numeroso gruppo di due litri. La 39° Targa prese il via il 16 ottobre 1955 e si annunciava come una delle edizioni più importanti, la titolarietà mondiale aveva fatto lievitare la lunghezza della corsa portata da 8 a 13 i giri del piccolo circuito delle Madonie per un totale di 936 km. Al via fu subito duello, Moss andò subito in testa tallonato da uno scatenato Castellotti, i due fecero il vuoto alle loro spalle, staccando pesantemente già alla fine della prima tornata gente come Fangio, Musso, e Titterington. Dopo due ore di corsa il distacco fra i due era di quasi un minuto, al quarto giro il primo colpo di scena, Moss tagliando male una curva andò a sbattere in un muro e rimbalzando si fermò sul ciglio di un burrone. Solo l'aiuto dei tifosi, permise a Moss di riprendere la corsa, Moss perse una decina di minuti e così Castelletti passò in testa seguito da Fangio. All'inizio del quinto giro Castellotti cedette il volante a Monzon che però dimostro subito di non avere il passo girando cinque minuti più lento. Le Mercedes erano intanto favorite dai ridotti consumi del loro motore e potevano fare una sosta in meno rispetto alla Ferrari. Al sesto giro sulla Mercedes di Moss saliva Collins, che mangiò minuti dopo minuti alla Ferrari che dovette poi cedere il comando ad uno scatenato Collins. Risalito alla guida Castellotti incominciò la rimonta, ma all'undicesimo giro arrivò lungo in una curva, anche la sua Ferrari assaggiò la dura roccia madonita ripartendo a fatica e perdendo minuti preziosi e il secondo posto in classifica. Vinsero questa 39° edizione Moss - Collins su Mercedes in 9h'43'14 alla media di 936 km/h frantumando tutti i record del percorso, al secondo posto l'altro equipaggio Mercedes con Fangio - Kling e terzi giunsero Castellotti - Manzon su Ferrari.